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Lampi orizzontali

Dettagli

2003
1 dicembre 2003
183 p., Brossura
9788879803397

Voce della critica

La scrittura di Luigi Grazioli, giunto con questi Lampi orizzontali al suo primo romanzo, rivela una precisione e una profondità dello sguardo inesorabili. Le innumerevoli storie raccontate nel libro riguardano tutte persone comuni, quando non propriamente banali. Non c'è d'altronde nessun fatto, nessun evento che non rientri nella quotidianità più ordinaria: la ragazza che, su una panchina, aspetta il fidanzato; un tale con la caviglia indolenzita; un altro signore che la moglie finirà per considerare alla stregua di un soprammobile.

Questo è l'universo che Grazioli guarda, conosce e racconta. Ogni vita è indagata non soltanto nella sua misera condizione presente ma anche in quella futura. Spesse volte, la voce narrante condensa in mezza pagina intere esistenze e le mette, anche tipograficamente, fra parentesi. Non c'è, in questo atteggiamento, nessuna pretesa di giudizio. Grazioli non finge di partecipare alle miserie umane. Più ancora, il narratore sfugge al comodo trucchetto del patetismo lirico, della comprensione rivolta indistintamente a tutto e tutti.

C'è però, sia negli intrecci che a volte si sovrappongono, si sfiorano, ma non s'incontrano veramente mai, sia soprattutto nella parola di Grazioli, un fortissimo senso di moralità.

La prima e più forte sensazione di lettura è proprio quella di un testo necessario, non contingente né occasionale: nella misura in cui, almeno, non è contingente né occasionale l'esistenza Le stesse vite di Grazioli, all'apparenza così poco significanti, sono cariche di una tensione spesso quasi insostenibile e di sicuro dolorosa. Dev'essere forse quella che deriva dalla consapevolezza che, su questa terra, non è data soluzione ai dubbi dell'uomo. Forse però non è neppure questa la spiegazione, perché grande merito di Grazioli è anche quello di essere un narratore di reticenze, di non detti intrisi di senso e significato.

In questa direzione, Lampi orizzontali è un libro del tutto fuori moda. Se la moda letteraria del momento è infatti, con tutti gli equivoci terminologici del caso, il postmoderno, questo è il libro meno postmoderno che possa darsi. Grazioli ha una fiducia cieca nella letteratura e nella possibilità di raccontare storie, non importa quanto rispettose delle cosiddette unità aristoteliche. Luigi Grazioli è un vocato alla scrittura, niente di quel che mette in pagina è lì per caso, tutto invece nasce da una consapevolezza ontologica che dev'essere, a pieno titolo, anche dolorosa. Se questo non fosse un linguaggio ignoto a Grazioli, si vorrebbe quasi dire che, nei suoi libri, c'è la speranza che la letteratura possa salvare il mondo.

Ma intanto, i personaggi di Lampi orizzontali comunicano una sensazione di ineluttabilità degli eventi. Niente di quanto capita ai tanti attori in scena sembra fortuito, ma niente ha una spiegazione plausibile. Dopo di che, non c'è nel libro nessuna ricerca di un'eventuale plurivocità. Si direbbe che all'antica categoria bachtiniana Grazioli non creda, privilegiando invece un'inconsueta attenzione alla sintassi, che è tenuta in costante bilico fra il rigore formale più classico e libertà inaudite e spiazzanti.

Luigi Grazioli non propone tesi e per questo motivo può anche riuscire irritante. E' però proprio la neutralità della visione che costringe alla lettura e ne costituisce la forza più profonda. D'altro canto, tutto il libro è pervaso da una sorta di levità stranita, che si fa a tratti anche comica. Più che di comicità, si dovrebbe però parlare di gusto del paradosso. Questa dimensione, e forse non soltanto questa, consente di avvicinare i libri di Grazioli a quelli, oggi affatto dimenticati, di Germano Lombardi. Lombardi, che aderì giovanissimo al Gruppo 63 ma, unico fra tanti, non ne trasse alcun vantaggio in termini di collocazione sociale e riscontro economico, aveva di Grazioli la descrizione esatta: ma era poi legato in maniera molto evidente allÆécole du regard, dalle cui prassi Grazioli è molto lontano.

Sia in Lombardi al suo tempo, sia oggi in Grazioli c'è la capacità, ormai rarissima, di ferire con la scrittura. Lombardi sfuggiva il dolore con lo spirito di picaro che ha animato tutta la sua vita, oltre che la sua opera. Luigi Grazioli beve fino all'ultimo l'amaro calice e produce, con Lampi orizzontali, un libro destinato a restare.

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