Il ladro. Il ladro della regina. Vol. 1

Questo romanzo di Meghan Whalen Turner mi ha sorpreso in maniera fortemente positiva. Intanto perché ci viene raccontata la storia dal punto di vista di quello che è l’antieroe, ovvero Gen, il ‘miglior ladro di Sounis’. Eppure, ad un certo punto della sua storia, viene catturato ed è proprio in prigione che inizia tutto. Che viene considerato per andare alla ricerca di un tesoro che deve rubare per il re di Sounis: il Dono di Hamiathes. È una storia di redenzione, tolleranza e amicizia, e la cosa si sente benissimo nel corso della storia. È Gen a parlare in prima persona e a raccontare la sua storia, omettendo dettagli sia ai suoi compagni di viaggio… e forse anche a qualcun altro. Questo ci rende la storia ancora più interessante da seguire e rende tutto più scorrevole, visto che sono i pensieri del ladro, che seguiamo, legate alle storie degli dei.

Ogni persona è un enigma. Un complesso incastro di vissuto, vicoli ciechi, contraddizioni e convinzioni. Una matassa di passioni e pensieri intrecciati e confusi. Risolvere un enigma richiede attenzione, pazienza e amore ( e anche una grossa dose di apertura mentale); comprendere chi ci si pone di fronte non è molto differente. . Quando mi sono avvicinata alla lettura de "Il ladro della regina" non sapevo esattamente cosa aspettarmi: è stata una scelta pienamente di pancia, dettata soprattutto dalla mia predilezione per l'archetipo incompreso... del ladruncolo. . Mi sono trovata davanti un libro scarno, di descrizioni e di background, con una trama abbastanza semplice - la ricerca di un prezioso leggendario - che pone tutta l'attenzione sul suo indefesso protagonista. Unico, mi verrebbe da sottolineare: tutti gli altri personaggi fanno semplicemente da contorno alla storia che ha indubbiamente un solo attore principale. . Gen il ladro racconta la sua storia: la insaporisce, la stravolge, la esagera; È letteralmente ciò che racconta. Non solo: si nasconde agli occhi dei suoi stessi lettori, mentendo, occultando, cambiando fatti e comportamenti. Sorridendo beffardo del suo insito essere enigma. . Se da un lato il racconto risulta essere un po' statico e piatto, d'altra parte la narrazione di Gen ne fa un protagonista tridimensionale, credibile e amorevole; uno sconosciuto preda di prime impressioni e luoghi comuni da parte di chi lo approccia, che sia il lettore o uno dei personaggi di finzione con cui ha a che fare, tale da rendere tutto il romanzo un vero e proprio "libro-persona". . Semplice, a tratti un po' ingenuo, il senso ultimo de "Il ladro della regina" è quello di ricordare che i pregiudizi dovrebbero essere trattati in quanto tali: giudizi precedenti alla conoscenza. E che a volte non fa male avvicinarsi all'altro disarmati di preconcetti.