La ladra di frutta

Uno dei pochi libri che ho lasciato a metà. Una specie di racconto allucinato, smarrito, una forma linguistica interrotta, frammentata, incerta, noiosa, in molti passaggi contraddittoria, in altri incomprensibile. Le forme letterarie immaginifiche e anche criptiche mi piacciono, ma qui non c'è proprio niente da scoprire. Direte: perché lo hai acquistato? Per le recensioni giornalistiche incoraggianti e a mio parere compiacenti. A rileggerle poi si vede che sono tutte simili probabilmente copia-incollate... Marketing insomma.

La lettura di questo romanzo è stata, per me, particolarmente impegnativa e se dovessi pensare ad un unico aggettivo per definirla direi, ahimè, senza dubbio pesante. Con questo non voglio esprimere un giudizio negativo su quest'opera che, invece, secondo me ha dei grandi pregi, che mi hanno spinta ad arrivare comunque, alla fine, con curiosità: innanzitutto, quello di affrontare il tema del viaggio, che è in prima battuta un viaggio fisico, concreto ma che in realtà si rivela essere soprattutto un percorso, un cammino interiore. In secondo luogo, ho apprezzato moltissimo il personaggio della ladra di frutta: ben caratterizzato ma allo stesso tempo circondato quasi da un'aura di mistero, quasi una figura leggendaria, mitologica. per me ci sono, per' due MA. Il primo riguarda lo stile di scrittura, ricercato e complesso, tutt'altro che scorrevole. L'autore arricchisce la narrazione di continui e ininterrotti flussi di pensiero, elucubrazioni, riflessioni, ragionamenti di ogni sorta. Per non parlare dei lunghi incisi e dei frequenti interrogativi, che spezzano frasi e interrompono la narrazione. A peggiorare la situazione, a mio avviso, il fatto che il romanzo non è suddiviso nei classici, tipici capitoli bensì è un continuum di paragrafi più o meno brevi ( mai superiori alla pagina e mezzo, ma quasi tutti molto più brevi), che rende la lettura molto frammentata, "spezzettata". L'altro "ma" riguarda la trama, che di per sé è anche molto interessante: il viaggio di una giovane ragazza che si mette in cammino verso la Piccardia alla ricerca della madre scomparsa. L'impressione è che in questa storia sarebbe potuto accadere molto di più. Indubbiamente, la trama non voleva essere il punto forte del romanzo ma, secondo me, rimane davvero piuttosto scarna, poco approfondita. E, soprattutto, risulta quasi del tutto finalizzata a "sorreggere" tutte le riflessioni e le elucubrazioni di cui sopra, come un'impalcatura. Consigliato a chi cerca una lettura impegnativa.

Regalatomi dalla mia maestra di italiano delle elementari per la mia laurea, ho instaurato un legame particolare con questo romanzo che trascende il suo significato più intrinseco. Nonostante la mole di pagine, è molto scorrevole e piacevole.