La kundalini o l'energia del profondo

scheda di Comba, A., L'Indice 1998, n. 6

Il tantrismo s'ivaita non dualista conobbe una particolare fioritura alla fine del primo millennio in Kas'mir. Con la capitale opera di Abhinavagupta la "Luce dei tantra" (X sec.) e il commento che ne fece Jayaratha si formularono alcuni insegnamenti fondamentali di un percorso esperienziale molto complesso. Da questi e altri autori Lilian Silburn, eminente studiosa del Cnrs parigino da poco scomparsa, raccolse in questo volume materiali per illustrare la natura della" kundaliní", l'energia sottile e divina che giace addormentata nell'essere umano ordinario. Il libro non è soltanto frutto di ricerche e traduzioni, ma anche di esperienze personali dell'autrice con maestri indiani. Da una parte la Silburn sottolinea, nell'avvertenza iniziale, i limiti di una conoscenza teorica dell'argomento: la "kundaliní" è inesprimibile e tuttavia sperimentabile, "semplice come la vita, meglio ancora, fonte di ogni vita". Dall'altra mette in guardia contro i rischi di una manipolazione inesperta della "kundaliní" è indispensabile la guida di un maestro appartenente a una linea di trasmissione tradizionale. Infatti alcuni gravi disturbi osservati nei mistici derivano spesso da un'ascesa difettosa di questa energia e scompaiono allorché essa cambia il suo percorso. Molti sono i requisiti necessari a praticare lo yoga della "kundaliní": fra questi si richiede soprattutto un cuore puro, che ha rinunciato a tutto e non conserva più l'ombra di alcun attaccamento.