King Suckerman

Primo romanzo della tetralogia Washington D.C. Quartet, King Suckerman è un omaggio alla blaxploitation, cioè al boom registratosi negli anni settanta di film violenti e con protagonisti neri prodotti per il pubblico afroamericano. È anche, più in generale, una rievocazione di ampi frammenti della cultura popolare di quel periodo. Il cinema, la moda, i campioni di basket e la musica - la tanta musica che suona in ogni scena del romanzo - sono infatti meticolosamente e continuamente richiamati, a formare, ancor più delle strade di Washington, il vero spazio della narrazione. Mancano pochi giorni al 4 luglio 1976, nelle sale è appena uscito King Suckerman, plausibile prototipo della blaxploitation, quando Marcus Clay, un giovane nero reduce dal Vietnam e proprietario di un negozio di dischi, e Dimitri Karras, un piccolo spacciatore di marjuana di origini greche, nell'acquistare una partita di droga da un nuovo fornitore si imbattono casualmente in Wilton Cooper, un sanguinario criminale appena uscito di galera, e nei suoi spietati compagni. L'imprevisto e infelice esito dell'incontro metterà Clay e Karras di fronte a drammatiche conseguenze, costringendoli a compiere difficili scelte per sottrarsi alla vendetta di Cooper e dei suoi, ma anche per riuscire a individuare il proprio percorso esistenziale. Proprio nelle scelte essenziali, d'altra parte, consiste l'unica possibilità di praticare una vera libertà, in un universo, quello di Pelecanos, nel quale sono le circostanze fortuite a fare incrociare le strade dei personaggi e dove è il fato che sembra governare e sovrintendere le sorti di ognuno.

Alessio Gagliardi