Kew Gardens

Splendido racconto breve che ha un'affascinantissima struttura simmetrica, circolare, nella storia e nel linguaggio. E' un piccolo gioiello, cesellato con precisione. Il racconto si apre e si chiude con la magnifica descrizione del microcosmo che popola una scintillante aiuola fiorita e dei suoi colori che vibrano alla luce e al vento, come in un quadro impressionista. Davanti a questo brulicare di vita, passano a turno coppie di persone, passeggiando a zig zag come le farfalle sull'erba, e con brevi scambi di battute, si avvicinano per un momento e vanno oltre, delineando ognuna un sentimento diverso, ma esprimendo anche una condizione comune: incomunicabilità. La stessa che è evidente anche tra mondi, quello animale e vegetale da un lato e quello degli esseri umani dall'altro, che convivono nello stesso luogo ma non comunicano, non possono farlo, e rimangono separati, inaccessibili e indifferenti l'uno all'altro. Elegantissimo il ritmo delle parole e dei cromonimi che, non solo rimbalzano identici all'inizio e alla fine del testo per definire lo spazio circoscritto e sferico della storia, ma fanno anche fisicamente quello che descrivono, saltellano pure loro sulle pagine, esattamente come i colori dei fiori a cui si riferiscono si spostano con il vento. E' straordinaria poi tutta l'inquadratura, quasi cinematografica, del racconto che parte dal basso, dagli steli, dagli insetti, dai piccoli animali e poi sale, si allarga, vola fuori dai cancelli del giardino, entra nei rumori della città e alla fine ridiscende, ripiombando sui petali dell'aiuola che colorano anche l'aria.