Karl Marx dialettica e memoria

Partendo dalla costatazione di una crisi delle potenzialità critiche e rivoluzionarie della scienza sociologica, che si accompagna ed è in parte causata dalla crisi paradigmatica della stessa, l'autore propone il recupero del materialismo dialettico marxiano come strumento conoscitivo e d'indagine storico-sociale. L'autore parte infatti dall'assunto per cui il fallimento del socialismo nelle sue manifestazioni storico-concrete non debba corrispondere ad una liquidazione dei risultati raggiunti dal marxismo a livello teorico. Si deve innanzitutto operare una chiara distinzione tra materialismo storico e materialismo dialettico: è quest'ultimo che l'autore rivendica come ancora significativo in quanto paradigma di indagine sociale nel quadro della globalizzata e sempre più complessa realtà contemporanea. Ai fini di recuperare la validità epistemologica della dialettica marxiana, si rende dunque necessario ripercorrere la genesi e le trasformazioni del pensiero marxista classico, dal suo controverso e tuttavia fertile rapporto con l'idealismo hegeliano, alle sterminate rielaborazioni che lo hanno legato alle vicende del movimento operaio internazionale, al rapporto che lo ha legato alla filosofia europea del '900. In particolare gli influssi dell'esistenzialismo, il processo di progressiva liberalizzazione del socialismo europeo, l'irrigidirsi del marxismo-leninismo praticato da Stalin, hanno condotto nel corso del 900 alla frantumazione della sfera degli interessi teorici fondamentali della dottrina marxista. Si impone quindi l'esigenza di una ricomposizione di quest'ultima e di una sua connessione all'analisi sociologica del presente, tenendo presente che - almeno in Italia- proprio le fondamenta della sociologia come disciplina scientifica sono state gettate dal pensiero marxista, andando oltre tanto il positivismo quanto l'idealismo.