Kafka e la cabbalà

Franz Kafka nasce a Praga nel 1883 dal commerciante ebreo Hermann Kafka e da Julie Löwy. Le sue tre sorelle più giovani, Elli, Valli e Ottla, perderanno la vita nei campi di concentramento nazisti. Franz si laurea in giurisprudenza a Praga e comincia a lavorare per le Assicurazioni Generali. Resterà in ambito assicurativo fino alla pensione per malattia nel 1922. Tra i suoi amici c’è già quel Max Brod che, dopo la sua morte, pubblicherà tutti gli inediti. Kafka negli anni ’10 si occupa di cultura ebraica e stringe amicizia con una compagnia di artisti ebrei. Nel 1910 inizia i Diari e nel 1911 il romanzo Il disperso (pubblicato postumo con il titolo America). Nel 1912 conosce Felice Bauer, la donna della sua vita, con cui sarà fidanzato fino al 1917. Nel 1912 scrive i due racconti La condanna e La metamorfosi e nel 1914 inizia il romanzo Il processo. Nel 1917 comincia a studiare l’ebraico e gli viene diagnosticata la tubercolosi polmonare. Nel 1922 inizia il romanzo Il castello. All’inizio del 1923 intensifica lo studio dell’ebraico e progetta un viaggio in Palestina. Conosce la giovane Dora Diamant, ebrea chassidica di origine polacca, e si trasferisce a Berlino. Muore nel 1924 e viene sepolto nel cimitero ebraico di Praga. Secondo Groezinger il romanzo Il processo sarebbe da considerare come una riflessione sull’avvicinamento dell’uomo colpevole a Dio. Nello schema della mistica ebraica (cabbala’) il lato sinistro delle emanazioni (sefirot) di Dio è il lato del giudizio (din). Il castello sarebbe invece un approccio al Dio di misericordia che corrisponde al lato destro espressione della clemenza divina (chesed). Groezinger identifica le fonti di Kafka nel vasto compendio cinquecentesco di cabbalà luriana intitolato Pardes rimmonim (Frutteto di melograni) di Moshè Cordovero e nel trattato secentesco Reshit hokmà (L’origine della sapienza) di Elijà de Vidas. Il tema del peccato dell’uomo in Kafka sarebbe connesso con corti celesti di giustizia, infiniti