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José Matias - José M. Eca de Queiros - copertina
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Dettagli

1992
61 p.
9788885685772

Voce della critica

QUEIROZ, R. O. E‡A DE, Il colle degli impiccati, Lindau, 1992
E‡A DE QUEIROZ, R. O., José Matias, Tranchida, 1992
recensione di Serani, U., L'Indice 1993, n. 1

Nel 1897 Eèa de Queiroz pubblicava a Parigi, sulla rivista del mecenate brasiliano Carlos de Arruda Botelho, il breve racconto "José Matias", che oggi viene proposto in Italia per la cura di Luciana Stegagno Picchio (a cui dobbiamo anche un'introduzione come sempre puntuale ed esauriente). Di uguale stile è anche "Il colle degli impiccati", che Giuliana Segre Giorgi ha pubblicato in traduzione italiana.
Due racconti gotici, insoliti per il realista Eèa de Queiroz, autore di fedeli ritratti di una società portoghese rimasta ai margini dell'Europa. Eppure, a ben vedere, racconti perfettamente inseriti nel proprio tempo. In quello stesso 1897 Bram Stoker scriveva il suo capolavoro, "Dracula"; e in Francia, dove Eèa viveva, Emile Durkheim pubblicava una ricerca sociologica dal sinistro titolo "Il Suicidio". In Italia e Spagna si studiavano il sistema nervoso e il cervello, mentre negli Stati Uniti G.W. Grille pubblicava "Lo shock chirurgico". Frattanto l'anno prima Giacomo Puccini portava sulle scene la "Bohème" e ancora nel 1897 Oscar Méténier trasformava il Grand-Guignol da pantomima a teatro dell'orrore. È in questo ambito culturale che si inseriscono questi brevi racconti dello scrittore portoghese.
In "José Matias", la storia è narrata da un amico filosofo a un non meglio identificato interlocutore, mentre insieme accompagnano il corteo funebre del protagonista José Matias che in vita era innamorato della bella Elisa, sposa dell'anziano ???. Era nato tra i due un amore di sguardi e fugaci incontri a casa di amici. Alla morte del marito di lei, egli fugge inspiegabilmente lontano dall'amata. Così la donna, rifiutata, si concede a un giovane spasimante con cui si risposa. José Matias si dà al gioco e all'alcol. La morte anche del secondo marito rappresenterebbe l'occasione di salvezza per questo eroe dell'amor platonico. Ma è tardi ormai e fino alla morte non gli resterà che bere e ammirare attraverso una finestra la sua "succulenta Elisa" destinata materialmente al suo terzo amante.
Il racconto si inserisce bene nel contesto culturale da cui germina. José Matias è un suicida in pectore, è un vampiro di se stesso, è un monotono dottore di Coimbra che diviene barbone per scelta. E anche la narrazione, di gusto realista come tutti i romanzi di Eèa, nasconde la duplicità e il gioco del rovescio propri dell'ambito culturale in cui alla fine del secolo si muove l'autore. Il racconto, dicevamo, è fatto su di una carrozza di piazza da un narratore a un oscuro interlocutore mentre accompagnano al Cimitero dei Piaceri le spoglie dell'amico, morto per la società alcuni anni prima che morisse nel corpo.
Questo sdoppiamento società borghese contro realtà è in effetti il filo conduttore di molta letteratura queiroziana. Dalle parole del narratore escono implicite condanne al protagonista quando questi è perfettamente inserito nella società del Portogallo di fine Ottocento, e involontarie simpatie a quello spiritualmente innamorato della sua Musa fino a provocarsi la morte. Ancora una volta il gioco del rovescio: condannando la differenza, la si esalta. Così all'inizio viene condannato un eccessivo rigore, a petto di una goliardica vita di studente. Poi si mette in dubbio la correttezza di un amore adulterino fatto solo di sguardi, quando l'adulterio era la sola "distrazione" femminile della borghesia, come ci insegnano i feuilletons di Camilo Castelo Branco. Quindi si condanna la fuga di fronte alla possibilità di trasformare I''amour de loin' in matrimonio, la corretta riparazione dell'adulterio degli sguardi, ma non riesce a suscitare simpatie lo spasimante che Elisa sposa. E infine viene condannato José Matias per aver preferito morire nel corpo piuttosto che nello spirito.
Da questo gioco di contrasti, il protagonista esce vincente, però, con il suo amore tutto spirito, opposto all'amore tutto materia che i primi sguardi tra lui e l'adorata Elisa avrebbero potuto far presagire. La "succulenta" donna si lascia spiritualmente amare da José Matias, donando ai mariti e al suo giovane amante la sola materia. E il protagonista è sconfitto solo agli occhi degli altri, non per se stesso n‚ per l'amata. Egli raggiungerà, forse, attraverso l'amore spirituale, l'immortalità dell'anima. Arriverà cioè là dove gli altri uomini credono di arrivare attraverso l'amore materiale.
E il gioco del rovescio, del contrasto arriva fino agli estremi. Così il racconto nasconde una vena di pessimismo che appare proprio là dove sembra sconfitta. Il raggiungimento della massima perfezione attraverso la degradazione corporale, cara a tanta religiosità cristiana, viene posta in dubbio, almeno quanto il suo contrario. E in ogni caso avviene rinunciando alla trasmissione della vita in un altro corpo: José Matias non potrà mai amare Elisa come madre dei suoi figli, perché avviluppato dall'edonismo del proprio amore capace di vincere anche il proprio corpo. Vampiro di se stesso fino all'autodistruzione.
Nel "Colle degli impiccati" l'aspetto lugubre, da racconto nero, non è che un pretesto per descrivere la storia di un amore non voluto, in cui un 'deus ex machina' impiccato e decomposto discenderà per risolvere i conflitti scatenati da un geloso anziano marito. Ambientato a Segovia negli anni di fine medioevo, come il genere gotico raccomanda, che segnano la nascita del regno spagnolo, in un periodo in cui la lotta contro i mori è ancora tutta da vincere, la fede religiosa, salda in tutti i personaggi del racconto, è qui presentata nella sua veste di venerazione dell'idolo protettore, di un paganesim avviluppato di cristianità, ma ancora lungi da essere ascesi spirituale. In breve la storia: il vecchio signor De Lara suppone l'adulterino amore della moglie per il giovane Rui de Cardenas. Il tormento della gelosia lo porterà al tentativo di uccidere il rivale, quindi alla tomba, e la sua morte permetterà ai due giovani di unirsi in matrimonio. Una storia in cui il "cattivo" perisce e il tarlo della gelosia viene ridicolizzato e deriso, con l'aiuto mai manifesto, ma sempre supposto, della Madonna del Pilar.
Due racconti di amori che da impossibili divengono possibili e viceversa, indagando gli oscuri recessi della mente umana e degli affetti.

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