E Johnny prese il fucile

Devo ringraziare un oratorio, di Settimo Torinese, se ho visto, ad un cineforum nel lontano 1976, questo film stupendo e sconvolgente al tempo stesso. Un film che lascia un segno indelebile nello spettatore. Mi ricordo ancora, a distanza di trent'anni, le emozioni che provai allora. Un film sulle conseguenze devastanti della guerra, sulla pietà e la misericordia e che infine tratta un tema di scottante attualità: l' eutanasia. E' la dimostrazione che i capolavori cambiano le persone che hanno potuto conoscerli. Imperdibile.

Questo film dovrebbero vederlo tutti quei benpensanti contrari all'eutanasia,mi censurerebbero se scrivessi quello che penso di loro.un altro film(capolavoro)che tratta quest'argomento è million dollar baby.

Un film stupendo! Un uomo costretto a vivere nella prigione del proprio corpo in assoluta solitudine (cieco, sordo, muto, ritenuto erroneamente incosciente dai medici), a cui restano solamente i propri ricordi e la propria fantasia (ma non siamo forse un po’ tutti così?). Intenso e commovente dall’inizio alla fine: dalla luce che riscalda il petto alla scena erotica appena accennata, in cui fantasia e realtà si fondono. Un grido di disperazione contro la guerra o più semplicemente denuncia dell'inumano nell'umano, a cui pure una morte pietosa viene alla fine negata.