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La raccolta consente di cogliere almeno due risultati. Il primo ha a che fare con la raffinatezza non solo storica, ma culturale, con cui Bagnoli affronta il tema del rapporto tra la cultura civile e l'impegno politico, lungo un percorso che, partendo dal liberalismo e dal socialismo, e dalle elaborazioni dottrinarie non prive di originalità (crocianesimo, socialismo liberale, liberalsocialismo, e certi movimenti e istituzioni che hanno segnato un particolare momento della nostra storia nazionale: giellismo, azionismo, Resistenza, Cln, Costituente), passa ai testimoni che hanno dato un contributo straordinario. La parte dedicata ai grandi protagonisti di un'Italia minore, e "migliore", si avvale di una forza descrittiva capace nella sintesi di assegnare a ognuno di essi un ruolo all'interno della storia italiana del secolo scorso. Impossibile qui darne conto compiutamente, ma i nomi di Parri, Calamandrei, Lussu, Rollier, Vittorelli, Spini, Cifarelli e Valiani, spesso tratteggiati da visuali inedite, dicono da soli dello spessore intellettuale di queste note. Un secondo elemento che questa pubblicazione coglie è che non si tratta di "saggi per caso", perché c'è un doppio filo rosso che li lega. A cominciare da quello più evidente: l'azionismo. E non solo perché i personaggi della seconda parte del libro sono tutti accomunati da quella militanza, ma anche perché fu nell'azionismo che le istanze più autenticamente liberali e socialiste sembrarono per un momento trovare il metallo nobile capace di amalgamarle in modo che le esigenze delle une non prevaricassero quelle delle altre. Ma lungo queste pagine emerge soprattutto l'idea laica, liberale e progressista dell'Italia che fu a fondamento della "rivoluzione democratica" di matrice azionista, necessaria a cambiare un paese devastato più dal fascismo che dalla guerra.
Romeo Aureli
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