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L' isola che scompare. Viaggio nell'Irlanda di Joyce e Yeats
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L' isola che scompare. Viaggio nell'Irlanda di Joyce e Yeats - Fabrizio Pasanisi - copertina
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isola che scompare. Viaggio nell'Irlanda di Joyce e Yeats

Descrizione


Un itinerario geografico e letterario, una vera guida, in una delle terre più affascinanti d'Europa: l'Irlanda. Luoghi, parole, emozioni, sulle tracce dei grandi scrittori e fino ai nostri giorni, in un percorso che, partendo dal Sud, da Cork, risale fino a Galway e Sligo, toccando le Cliffs of Moher, le isole Aran, il Connemara, per concludersi infine a Dublino, l'anima del paese. "Ciò che credo vi avvenne fu visione", dice un verso di Séamus Heaney, il poeta irlandese premio Nobel 1995. Perché l'Irlanda è terra di visioni, di sogni, di racconti, è luogo tranquillo e delicato, segnato da una storia difficile, fatta di sfruttamento e povertà, che sfocia in un'indipendenza ancora relativamente recente. Ed è anche il luogo dove, in pochi anni, fiorisce una rivoluzione culturale che ha pochi equivalenti nella storia, il Rinascimento celtico. L'arte del Novecento, in particolare la letteratura e il teatro, deve moltissimo a questa nazione, a Joyce, a Beckeft, ai versi sublimi di Yeats e al ruolo che quest'ultimo ebbe nella rinascita, nel travolgente slancio culturale. Il paese natale di Swift, di Wilde, di Stoker si è dimostrato una fucina di pensiero e di novità, ma anche l'esempio di chi ha saputo scavare nel solco di una tradizione, di un antico retaggio. "L'isola che scompare" racconta tutto questo, guidando il lettore - e il viaggiatore alla scoperta degli angoli meno conosciuti, ma anche delle storie, dei miti, delle leggende che popolano la verde Irlanda.
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Dettagli

2014
12 novembre 2014
237 p., ill. , Brossura
9788865943564

Voce della critica

 

Fabrizio Pasanisi ha ricevuto una menzione speciale della giuria alla XXV edizione del Premio Calvino con Lo stile del giorno, poi pubblicato da Nutrimenti nel 2013 col titolo Bert e il Mago. Il titolo di questo suo secondo libro è tratto da una poesia di Seamus Heaney, The Disappearing Island, che ricorda l'episodio della balena nella medievale Navigatio Sancti Brendani: ai frati meravigliati per aver sentito muovere sotto i piedi ciò che credevano terraferma, il santo spiega: "Questa notte Dio mi ha rivelato il mistero in una visione: non è un'isola quella su cui siamo stati ma un pesce…". La "visione", lo "scarto della mente", l'osare degli occhi (ciò che Heaney chiama "seeing things") sembra essere il filo conduttore di questo itinerario geografico-letterario nell'Irlanda contemporanea, e gli autori ad ogni passo citati sono quei grandi letterati che hanno saputo accostarsi alla realtà con occhi nuovi, con sensibilità particolare: già gli anonimi amanuensi dell'alto medioevo, ma poi, nel Settecento, Jonathan Swift e Laurence Sterne e, nel Novecento, W.B. Yeats, Lady Gregory, J.M. Synge, James Stephens, Flann O'Brien, Samuel Beckett e soprattutto James Joyce.

Quasi riprendendo l'antica forma letteraria gaelica del dindshenchas ("conoscenza storica dei luoghi eminenti"), i capitoli associano continuamente geografia, storia e cultura letteraria, luogo, evento e scrittura. Così le isole Aran vengono viste con le parole di Synge e le immagini di Robert Flaherty; le contee di West Mayo e Sligo con i versi di Yeats; Coole Park, nel cuore del Connemara, con i personaggi del teatro di Lady Gregory; Thoor Ballylee con le poesie yeatsiane di The Tower; e infine (nella seconda parte del libro) Dublino con i personaggi joyciani. All'itinerario attraverso i luoghi significativi di Dublino sono dedicati tre capitoli che rivelano al meglio il coinvolgimento dell'autore con la letteratura irlandese. Entrare in St. Patrick's Cathedral, dedicata al patrono d'Irlanda, significa rendere omaggio a Swift che ne fu decano. Si susseguono poi descrizioni di luoghi di culto per gli appassionati di Joyce: il promontorio di Howth e, al capo opposto, la baia di Sandycove con la Martello Tower, nel cuore della città la National Library, Bewley's Oriental Café, il Davy Byrnes pub e le arcate di O'Connell Bridge sull'immortale Liffey. Per ogni luogo, citazioni da Finnegans Wake, Ulysses o Dubliners. Parole da meditare vengono usate per descrivere l'Abbey Theatre, nato per volontà di Yeats e Lady Gregory: "È stato il primo grande teatro nazionale del mondo, e la cosa più singolare è che la sua nascita è precedente a quella dello stato irlandese. È nato prima il contenuto del contenitore, anzi è proprio questo contenuto ad aver dato stimolo perché potesse nascere il contenitore". La materia letteraria risulta così viva che non sorprende l'"incontro fortuito" tra l'autore stesso e James Joyce, con una deliziosa intervista immaginaria in cui affiorano significativi temi di poetica letteraria. Il libro è una vivace, appassionata guida letteraria, ricca di stimoli sia per chi già conosce la moderna cultura d'Irlanda, sia per chi è intenzionato ad accostarla. Termina con la domanda: "La letteratura può diventare un fatto turistico?" Dublino – con le foto dei volti degli scrittori che ci accolgono all'aeroporto, con le imprese eroiche di Cú Chulainn sui murales all'entrata di un centralissimo grande magazzino, con i fantasmi di Bloom e Stephen materializzati in statue e nomi di pub – sembra affermare di sì, e con orgoglio esibisce il titolo di "città della letteratura".   Melita Cataldi  

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Conosci l'autore

Fabrizio Pasanisi

Fabrizio Pasanisi è giornalista, autore televisivo e studioso di letteratura. Ha tradotto Il riflusso della marea di Robert Louis Stevenson (Sellerio, 1994) e Il salvataggio di Joseph Conrad (Nutrimenti, 2014). Con il romanzo Bert e il Mago ha vinto il Premio Bagutta Opera Prima 2013 e ha ricevuto la menzione speciale della giuria al Premio Calvino 2012. Nel 2014 esce sempre per Nutrimenti L' isola che scompare. Viaggio nell'Irlanda di Joyce e Yeats.

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