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Io sono Geronimo. Autobiografia del capo apache che inventò la guerriglia mordi e fuggi
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Descrizione


La testimonianza rilasciata tra il 1904 e il 1906 dall'ormai anziano capo-di-guerra Geronimo a S.M. Barrett, è una narrazione di straordinaria intensità, un'epopea in cui non esistono davvero "buoni" e "cattivi". La storia del popolo Apache, legato alla terra e alla natura ma votato alla guerra, figlio di una cultura che prevede e predica il conflitto fin dalla mitologia e dalla religione, è raccontata in prima persona da un uomo saggio e allo stesso tempo sanguinario. Contro l'aggressiva civiltà dei coloni bianchi, Geronimo elaborò la tecnica della guerriglia mordi e fuggì, che ispirerà il pensiero e l'azione di Che Guevara e continuerà fino ai giorni nostri a dare i suoi tragici frutti.
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Dettagli

2009
2 marzo 2009
176 p., Brossura
9788874370993

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Claudio Ti
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“La Storia la scrivono i vincitori” Così è sempre stato ed è raro trovare testimonianze degli sconfitti. Questo è uno dei rari casi. Infatti, Geronimo dettò la sua biografia ad un giovane scrittore, Stephen Melvil Barrett (autorizzato dal Governo Federale) negli ultimi anni di vita, tra il 1904 ed il 1906. Ovviamente, il racconto si snoda dal punto di vista di Geronimo e gli episodi sono quelli che scelse di voler narrare.\nGo Khla yeh, questo era il nome indiano dell’ultimo dei nativi americani a deporre le armi dopo anni di guerriglia, prima contro l’esercito messicano, poi contro la cavalleria USA.\nIl nome di Geronimo gli fu dato appunto dai Messicani, contro i quali portò a termine scorrerie, razzie, agguati e stragi. Ma nella logica del popolo Apache, le azioni erano sempre giustificate dalla vendetta per dei torti subiti. Durante un’incursione delle truppe messicane furono uccisi la prima moglie di Geronimo e due loro figli, scatenando l’odio che ha caratterizzato la sua vita.\nNell’ultima parte del libro sono riportate le leggi non scritte che regolavano i rapporti tra i nativi delle tribù Apache; vi sono poi squarci della vita di Geronimo da prigioniero di guerra, ivi compresa la sua visita all’Esposizione Universale di Saint Louis, con le sue impressioni ed i commenti sui vari padiglioni e sul giro fatto sulla ruota panoramica.\nIl libro è una testimonianza importante della forzata integrazione degli ultimi nativi sopravvissuti allo sterminio negli Stati Uniti

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Claudio Ti
Recensioni: 4/5

“La Storia la scrivono i vincitori” Così è sempre stato ed è raro trovare testimonianze degli sconfitti. Questo è uno dei rari casi. Infatti, Geronimo dettò la sua biografia ad un giovane scrittore, Stephen Melvil Barrett (autorizzato dal Governo Federale) negli ultimi anni di vita, tra il 1904 ed il 1906. Ovviamente, il racconto si snoda dal punto di vista di Geronimo e gli episodi sono quelli che scelse di voler narrare. Go Khla yeh, questo era il nome indiano dell’ultimo dei nativi americani a deporre le armi dopo anni di guerriglia, prima contro l’esercito messicano, poi contro la cavalleria USA. Il nome di Geronimo gli fu dato appunto dai Messicani, contro i quali portò a termine scorrerie, razzie, agguati e stragi. Ma nella logica del popolo Apache, le azioni erano sempre giustificate dalla vendetta per dei torti subiti. Durante un’incursione delle truppe messicane furono uccisi la prima moglie di Geronimo e due loro figli, scatenando l’odio che ha caratterizzato la sua vita. Nell’ultima parte del libro sono riportate le leggi non scritte che regolavano i rapporti tra i nativi delle tribù Apache; vi sono poi squarci della vita di Geronimo da prigioniero di guerra, ivi compresa la sua visita all’Esposizione Universale di Saint Louis, con le sue impressioni ed i commenti sui vari padiglioni e sul giro fatto sulla ruota panoramica. Il libro è una testimonianza importante della forzata integrazione degli ultimi nativi sopravvissuti allo sterminio negli Stati Uniti

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n.d.
Recensioni: 5/5

Cercavo da tempo questo libro, trovato ad un prezzo accettabile, lo leggerò durante le prossime vacanze di natale.

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