Io non sono una brava maestra

Giusi Tartaro, attraverso la narrazione della sua storia di donna-maestra-diversa nella relazione con i suoi bambini-alunni descrive senza infingimenti un'esperienza quotidiana in una scuola impoverita di risorse e di fiducia. Una riflessione che parte da sé e dalla propria vita, dal silenzio imposto alla proposta di una scuola che faccia dell'ascolto reciproco il cardine della propria azione educativa. Io non sono una brava maestra è un libro dalle tante anime. Racchiude pagine autobiografiche, da bambina siciliana che rifugge dagli stereotipi dei lavori di cura considerati "adatti" alle donne ("Io da grande non voglio fare la segretaria, la maestra e manco l'infermiera") all'incarico tanto temuto nella classe "terribile" di una borgata romana ("Quelli sono dei delinquenti che ti metteranno i piedi in testa"), riflessioni didattiche, annotazioni emotive, frammenti di storie scolastiche e memorie che disegnano un quadro esente dalla retorica che tante volte investe i racconti intorno alla figura dell'insegnante elementare. Non c'è traccia qui della maestrina dalla penna rossa, né di insegnanti come figure salvifiche pronti a guidare gli alunni verso un'improbabile salvezza. Ripetendosi come un mantra Io non sono una brava maestra l'autrice rende pubblici i dubbi, le insicurezze e le poche certezze di chi, ogni giorno, è tenuta ad aiutare i piccoli umani nel compito più bello e più difficile: la crescita. Un libro per conoscere cosa si agita in quelle misteriose mura da cui tutti siamo passati, un libro che ci ricorda che la scuola è di tutti.