L' io diviso. Studio di psichiatria esistenziale

Il paziente porta nella situazione terapeutica, intenzionalmente o no, la sua esistenza, tutto quanto il suo essere nel mondo. Il compito della fenomenologia esistenziale consiste nell'articolare il " mondo " dell'altro e il suo esservi. In questo testo, il giovane Laing, cerca di dimostrare che è possibilissimo capire gli psicotici.

Ronald D. Laing è stato considerato uno dei maggiori esponenti della cosiddetta antipsichiatria, cioè quella corrente psichiatrica critica nei confronti dei trattamenti tradizionali per le malattie mentali; tuttavia Laing non ha mai accettato del tutto questa definizione identificando la sua attività medica come quella di psichiatra Questo libro, considerato il suo più importante scritto, è come recita il sottotitolo, uno studio di psichiatria esistenziale. Laing si rifà quindi alla filosofia fenomenologica-esistenziale che trova in Heidegger, Husserl e Sartre i principali punti di riferimento. Il saggio tratta esclusivamente della psicosi schizofrenica e dello stato schizoide che ne rappresenta una versione «normale» della malattia. Nella psicosi abbiamo una scissione dell’Io nel rapporto con gli altri e con il proprio corpo, i pazienti creano un mondo interiore di immaginazione e fantasticherie che lo separano dal mondo e possono presentarsi allucinazioni, deliri che costituiscono i sintomi positivi della patologia a cui si uniscono quelli negativi cioè il ritiro sociale. Il libro contiene oltre alla teoria della scissione della personalità numerosi esempi di casi clinici e la loro interpretazione, da cui emerge un profonda incomunicabilità tra i pazienti e il mondo esterno, ma che rendono la lettura scorrevole anche per chi non ha conoscenze professionali in questo settore. L’opera di Laing, pubblicata nel 1959 in Gran Bretagna, è in alcuni suoi aspetti - ad esempio la teoria della famiglia «schizofrenogena» - per la quale è nel sistema familiare e nei conflitti tra i vari elementi del nucleo è da ricercarsi l’origine della patologia, è da ritenersi datata in quanto, nel corso degli anni, gli studi sulla schizofrenia sono proseguiti e inoltre con la scoperta degli antipsicotici la cura e le possibilità di guarigione sono notevolmente aumentate, anche se il medico scozzese era contrario al loro utilizzo. Il libro è dunque consigliato anche ai non esperti.