L'invincibile estate di Liliana

L’invincibile estate di Liliana (SUR, 2023) è un memoir scritto da Cristina Riviera Garza, sul tragico femminicidio che coinvolse nel lontano 16 Luglio 1990, in Città del Messico, Liliana Riviera Garza. Dopo 30 anni dal tragico avvenimento la sorella, cerca di fare chiarezza attingendo a tutti i materiali disponibili, per dare voce a questo dolore, a chi aveva trovato il coraggio di ribellarsi, di dire di no. Studentessa di appena vent’anni di architettura, che aveva davanti tanti progetti, ma per mano della violenza e del possesso si è vista annientare ogni progettualità futura. Il libro è scritto molto bene, e quello che ho apprezzato di più sono le riflessioni sulla violenza di genere e sul dolore di quelli che restano. «Nel cuore dell’inverno imparai finalmente che in me c’era un’invincibile estate». Albert Camus «Succedono così tante cose in trent’anni. Succede la morte, soprattutto. Non smette di succedere. La morte di migliaia e migliaia di donne. I loro cadaveri qui, di guardia. Dietro la schiena. Nelle pieghe della mano, che si stringono. Agli angoli delle labbra. Dietro le ginocchia, quando si flettono. Succedono qui accanto, accanto a me; non smettono di succedere. Le loro immagini sui manifesti che coprono i lampioni, sulle pagine dei giornali, nei riflessi di tutte le vetrine e gli sportelli: i volti che avevano prima del crimine, prima della vendetta o della depravazione, prima dell’amore. Il tempo si accumula e si contrae. Poi si distende nuovamente. Un anno. Tre anni. Undici anni. Quindici anni. Ventuno. Ventinove. Poi si contrae un’altra volta. Ci ritroviamo sempre al punto di partenza: con i piedi imprigionati in una colla dura fatta di lutto e senso di colpa mentre il corpo si allunga, orizzontale, verso un accenno di sequenza. L’emozione è la stessa: non si raffina né matura né si soppesa».