Intellettualoidi di tutto il mondo, unitevi!

Divertente libretto di 180 pagine fortemente satirico nei confronti di una certa categoria culturale - o pseudo-culturale -, utile per rilassarsi dopo aver letto, o prima di voler affrontare qualche lettura, piuttosto più impegnativa. Se riferisce agli intellettualoidi francesi, ma le ironiche osservazioni servono benissimo pure ai nostri equivalenti, i quali, come avviene spesso presso la maggior parte dei Paesi europei, si avvalgono di sovvenzioni pubbliche policacamente corrette, per finanziare e promuovere opere che di certo non riscuotono il favore del pubblico. Pertanto, la critica si giustifica, visto che tutti coloro che evadono spettacoli e mostre o che non seguono certe opere letterarie di dubbio valore, non dovrebbero essere obbligati ad indirettamente contribuire di propria tasca per ciò che si destina solo a minoranze di spettatori o lettori per “roba” che sovente s’ispira alle ideologie e dottrine che nel frattempo sono al tramonto. Si fa gioco di famosi autori e personaggi che ormai, purtroppo, sostituiscono gli assenti importanti pensatori della grande tradizione francese ed espone al ridicolo i modi in cui si presentano al pubblico come se fossero di un mondo a parte, al di sopra della volgare comune vita mondana. L'autrice si burla del linguaggio ermetico e cita diverse misteriose frasi di noti autori che nemmeno con la migliore buona volontà si riescono a decifrare o che potrebbero essere esposte senza tanti inutili giri di parole conditi di banali espressioni eccessivamente erudite per ciò che intendono esprimere. Contiene pure una specie di curioso test per vedere se il lettore è intellettualoide. A fine testo, si potrà consultare il "Lessico Intellettualese": un elenco di 18 pagine con il vocabolario a cui questi rappresentanti dell'attuale presunta élite culturale francese ricorre. Lettura da leggere sotto l'ombrellone, o fra la digestione di una cena festiva e per divertirsi un po' alle spalle di chi si mostra con la puzza sotto il naso.

La critica, feroce e aggressiva, si rivolge contro il parlare vuoto e roboante di certi intellettualoidi di facciata che si trincerano dietro un lessico altamente specialistico per nascondere il loro vuoto concettuale. Lo spunto è interessante, ma poi il brio iniziale viene soffocato da un’ironia fastidiosa e continuativa