L' inferno chiamato Afghanistan. Storie del Paese dei talebani

Ho letto "L'inferno chiamato Afghanistan" tutto d'un fiato,anche se confesso che in certi momenti il fiato mi è mancato. Le emozioni sono infatti fortissime, da far salire un groppo alla gola, e ci sono momenti in cui la lettura ti scaraventa con violenza sulla scena del racconto. L'autore sa scrivere con semplicità ma non è mai banale, anzi, cesella i fatti, li arricchisce di dati, aneddoti e aforismi, e li rende oltremodo preziosi. Mi è piaciuta la chiarezza e precisione delle parole, la passione per la verità, la profonda umanità che traspare nelle pagine. Niente a che vedere con l'Afghanistan semplicistico che ci raccontano i giornalisti allineati e gli inviati di guerra. Alcune storie sono luciferine, altre poetiche, ma tutte commoventi o capaci di suscitare sbalzi d'umore. La forza narrativa di Bresciani è proprio nella capacità di sradicare il lettore dalla sua comoda poltrona e catapultarlo nell'inferno in cui ha vissuto come un viaggiatore d'altri tempi. Ma lo fa con leggerezza, con la buona educazione di chi scrive per testimoniare non per autocelebrarsi. Raramente mi è capitato di emozionarmi così tanto leggendo un libro che credevo fosse solo un bel reportage di viaggio ma che in effetti è molto di più, una straordinaria, inaspettata sorpresa che ha colmato il mio spirito di molteplici sensazioni e insegnamenti. Non vedo l'ora di leggere il prossimo libro di questo bravissimo scrittore che non conoscevo.