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Infedeltà amorosa - Giovanni Dusi - copertina
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Infedeltà amorosa - Giovanni Dusi - copertina

Dettagli

1992
13 luglio 1992
208 p.
9788831756853

Voce della critica


recensione di Ottieri, O., L'Indice 1993, n. 7

Nell'ultimo romanzo di Dusi, vi è una grande assente: l'ansia. Meno male, grida qualcuno. Questo qualcuno è uno molto angustiato dall'angoscia clinica di Freud e da quella, detta esistenziale, di Kierkegaard. Questo qualcuno è lieto e meravigliato che si possa trovare carenza d'ansia proprio in uno snodo ferroviario eminentemente ansiogeno: il tradimento. Tradimento in genere, è qui tradimento d'amore. Nel romanzo di Dusi il senso di colpa è senso di soddisfazione. Tradire o essere traditi non è perdita, ma civile acquisizione, del cuore e del cervello. In questo modo viene evitato il caravan serraglio che accompagna due coppie che si tradiscono in maniera incrociata: amore e morte, bivalenza ossessiva, seduzione come dannazione, entusiasmo e 'tristitia post coitum', gelosia distruttivistica, rimorso, rimorso. Dusi è un seguace della narrativa di Calvino, in cui non vi è dramma. L'infedeltà amorosa non solo non è pagata, ma paga.
Siccome siamo abituati da cattive abitudini e cattive compagnie a concepire lo spessore umano come spessore di dolore, siamo portati a sentenziare che questi umani di Dusi non hanno spessore e quindi a sottovalutarli. Sul piano estetico non sono dei dongiovanni, sul piano etico non salgono la scalata metafisica. Hanno piacevole corpo oggettivo. Sono marionette? Forse il 'plot' fa pensare a un congegno. Dusi è un ingegnere e un fisico: non c'è nulla di strano che il suo romanzo tenda al meccanismo. È il meccano o il trenino elettrico di Dusi che, molto seriamente, più che l'ironia, ama il gioco. Si dice allora che si tratta di meccanismi elementari, ma tutti i meccanismi sono elementari, appunto perché sono meccanismi, e non s'addentrano nella selva delle sfumature. Nella meccanica, però, c'è valore.
Dusi non è n‚ un ingenuo n‚ un bambino. È giovanile. È illuminista e neopositivista. Egli vuole dimostrare una tesi che lo interessa fin dalla giovinezza. Una tesi di Russell. Una coppia innamoratissima, dopo pochissimo o moltissimo, si tradisce per forza: non è peccaminoso, è fisiologico, è secondo natura non maligna, è 'libido rerum novarum' o 'novelty seeking'. Lo scientista sempre incorpora nella fisiologia cose che siamo distorti a considerare psicopatologiche. Per Dusi invece il tradimento è inevitabile ed è tutta salute. L'infedeltà è la risposta allo stimolo fedeltà. Quindi "Infedeltà amorosa" è un racconto filosofico, una dimostrazione. Intervistando Dusi, egli dice due cose da scientista equilibrato, assennato: che nel suo romanzo c'è dolore e che il lettore ha sempre ragione. La prima cosa non è vera perché questo dolore da laboratorio non è convincente; la seconda è che l'autore non può rimanere insensibile nella battaglia con il lettore. L'autore finisce sempre per discutere con il lettore, cerca d'imporre le sue "ragioni" poetiche, la sua poetica. Non esiste il distacco dello sperimentatore, anche se il narratore è un narratore della ragione. Dusi non "lavora sul linguaggio", e parla quindi una lingua non inventata. Questa lingua "data" (tecnocratica o meglio di "quella convenzionalità che è, in fondo, gioco", Pasolini) manca ai suoi impegni alti, l'amplesso, il mistero. È più adatta alla curiosità. Il protagonista di Dusi, sempre, più che geloso, è curioso. O è tanto curioso quanto è geloso.
Piuttosto, dove il romanzo è unidimensionale, nel senso di dare una descrizione povera, esigua, della vita affluente di un gruppo di persone social-colte, è l'ambiente. Il romanzo si svolge fra il divano e le poltrone del 'living', il lettone della camera da letto, al massimo nel volo Milano-Roma e al telefono. Direi che qui appare un destino drammatico, in questa essenzialità da commedia stretta. Dusi ha voluto rinunciare, in un palcoscenico stilizzato, alla selva selvaggia. Il riflettore illumina solo quattro personaggi, il cui destino amabile è quello di arrivare, da un amore o da amori, a una "storia d'amore". Dusi è infatti un materialista, ma storico. Come tale, il protagonista di Dusi si batte per una trasparenza sentimentale: una sincerità "matura" all'interno della coppia che sempre si parla, e, questo è importante, "comunica" sincerità vincente sulle bugie, che non vengono più considerate indispensabili al vivere. Sceglie una democrazia erotico-morale dove si vuole, si impone all'Altra una libertà di scelta delicata, pudica, così grande da rischiare, noi, d'essere crocifissi. Allora, tragicamente?

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