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scheda di Sergi, G., L'Indice 1987, n.10
La "prima infanzia dell'Europa è unanimemente collocata dagli storici tra il 950 e il 1000. Signorie locali e castelli, nati prima, ma sotto la spinta tumultuosa di urgenze militari, sono ora sufficientemente assestati da disegnare una capillare geografia politica. C'è invece discussione su quale sia il decennio del secolo XI in cui dai primi passi si perviene allo sviluppo: Fossier dà giustamente peso alle differenze regionali, differenze cronologiche ma anche di funzionamento. In ogni caso dal 950 al 1200 è tutta infanzia, l'umanità è "come il bambino" attirato "da tutto ciò che brilla... Dio, il ferro, il denaro" (p. 19). L'ambiente è teatro di coraggiosi dissodamenti che non escludono la fame e la paura, di espansione del latifondo che non esclude la sopravvivenza della piccola proprietà, di frazionamento politico: e qui è efficacissima una tipologia dei processi di formazione della signoria rurale (p. 283 sgg.), i cui protagonisti, tutti 'seigneurs', possono essere ex-funzionari, custodi di castello o semplicemente grandi possessori. Non giova, qui e altrove, una versione italiana che è costretta a distinguere "feudatari" da "signori feudali", in seguito a quest'ultima arbitraria traduzione di "seigneurs fonciers" (cioè "fondiari"). È originale il grande spazio riservato ai raccordi, alle forme di solidarietà che sia i "grandi" sia "gli umili" cercano in una società dipendente dallo spazio ma non abbastanza ancorata a esso. Il XII secolo introduce poi alla "normalizzazione": ciò che crediamo di conoscere del medioevo in fatto di produzione, mercato, nobiltà, rapporto città-campagna, è in realtà tardo-medievale.
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