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Inés de Las Sierras - Charles Nodier - copertina
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Inés de Las Sierras - Charles Nodier - copertina
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Descrizione


Catalogna, 24 dicembre 1812: tre ufficiali dell’esercito napoleonico in viaggio per Barcellona sono costretti a trascorrere la notte in un maniero abbandonato, dove secoli addietro un nobile di «mali costumi», Ghismondo de Las Sierras, ha pugnalato negli eccessi di un’orgia la giovane moglie Inés, colpevole di volerlo «richiamare a sentimenti umani». Ogni anno, proprio la notte di Natale, Inés torna «d’in seno ai morti» a consumare la sua vendetta: tocca il cuore di Ghismondo e dei suoi compagni di nequizie «colla sua mano ardente, e se ne ritorna alle fiamme del purgatorio dopo averli resi a quelle dell’inferno!». E ancora una volta Inés riappare, trascinando i tre ufficiali nel vortice di una vicenda alla quale uno solo di loro riuscirà a sopravvivere. Morboso e inquietante, percorso da fantasie necrofile e brividi gotici, questo conte de revenants sembra presiedere, come un nobile ritratto di antenato, a numerose filiazioni, che giungono sino alla Blixen e a Perutz. Così anche, non poteva che folgorare Landolfi, facendo leva su alcune delle sue più segrete ossessioni. Da questo incontro-simbiosi è nata una traduzione perfetta, dove il lettore ritroverà inalterata la seduzione del testo francese e insieme la prosa vibrante dei migliori racconti di Landolfi.
La traduzione di Landolfi, apparsa in venti puntate sul «Nuovo Corriere» nel 1951, viene qui proposta per la prima volta in volume.

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Dettagli

2
1993
4 gennaio 1993
128 p., Brossura
9788845909535

Valutazioni e recensioni

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Maria Rosaria
Recensioni: 3/5

Nella scia del gotico romantico, alcuni giovani si trovano a trascorrere la notte in un castello abbandonato da secoli. Sono militari pieni di baldanza, e ridono della leggenda che si racconta sul castello. Hanno freddo e fame e fuori c'è una forte burrasca. Insomma le premesse da racconto gotico ci son tutte. Vivranno effettivamente una notte insolita, nel corso della quale uno di loro s’innamorerà e dovrà essere trattenuto a forza dal'allontanarsi e perdersi seguendo l’apparizione di Inés. Arriverà il mattino e la vita di ognuno di loro proseguirà su strade diverse. Solo qualche tempo dopo il narratore avrà l’occasione di sciogliere tutti i nodi e di rispondere a tutte le domande. Molto intrigante, pur nella sua brevità e in un'edizione la cui foliazione è determinata da un'impaginazione sin troppo furba.

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Lucia
Recensioni: 3/5

128 pagine scritte a caratteri cubitali. Si inizia e si è già finito. Non si fa in tempo nemmeno ad assaporarlo e la suspance non è molta...

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Vincent
Recensioni: 4/5

Racconto gotico di bellezza e ingegno esemplari, tra i migliori e più moderni mai scritti. La splendida traduzione insinua il legittimo sospetto che il merito vada diviso quasi equamente tra Nodier e Landolfi.

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Voce della critica


scheda di Bertini, M., L'Indice 1993, n. 5

Raccontare l'intreccio di questo avvincente racconto gotico, bipartito da un folgorante colpo di scena, sarebbe una scortesia nei confronti dei lettori, ai quali è riservata una sorpresa ben incastonata tra tutti i classici ingredienti del genere: castelli in rovina, upupe, sudari, danzatrici misteriose, notti di tempesta. La splendida traduzione di Landolfi ci mette di fronte a un processo impressionante: il testo è come risucchiato, fagocitato dallo stile personalissimo del traduttore-scrittore. Nodier, non notissimo al pubblico italiano, meritava forse qualche pagina d'introduzione; è invece liquidato da un laconico risvolto che lo definisce con sufficienza "una sorta di Borges dell' Ottocento".

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Conosci l'autore

Charles Nodier

(Besançon 1780 - Parigi 1844) scrittore francese. Curioso di tutto, fu entomologo, bibliofilo, filologo, giornalista e critico spesso soggetto a ripensamenti; declamazioni libertarie si riscontrano nel primo romanzo I proscritti (Les proscrits, 1802), suggestioni wertheriane nel successivo romanzo Il pittore di Salisburgo (Le peintre de Salzbourg, 1803), reminiscenze libertine settecentesche nel racconto L’ultimo capitolo del mio romanzo (Le dernier chapitre de mon roman, 1803). Dalle posizioni di critico classicista passò, verso il 1818-20, a un sicuro anche se discreto impegno romantico. Egli ha un posto notevole nella storia della cultura anche come fondatore del «primo cenacolo» romantico. E se, sotto l’influenza dei Masnadieri di Schiller, pubblicò un altro romanzo libertario, Jean Sbogar...

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