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L' inchiostro verde di Togliatti
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Descrizione


Raccontare Togliatti, il suo tempo, e quello del Pci di allora, per accrescere la conoscenza del presente è l'obiettivo del libro. Vissuta memoria di uomini, fatti, squarci di vita privata, incontri e scontri da una visuale poco esplorata: l'impegno assiduo del leader comunista sul terreno della cultura. Scritti con l'inchiostro verde della sua stilografica ambiziosa (usava sempre l'inchiostro verde quando trattava di cultura) riemergono i libri, gli studi, gli elzeviri, le polemiche, le misure organizzative con le quali Togliatti subordinò il suo sapere al primato della sua politica e ne fece un potere controllato, di lunga durata, dal laicismo dimezzato. Anche personaggi quali Vittorini, Malaparte, Picasso, Pasternak, Feltrinelli, De Gasperi, Jotti... affollano questa testimonianza firmata da chi collaborò con Togliatti per circa venti anni.
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Dettagli

1996
19 febbraio 1996
264 p.
9788886792004

Voce della critica


scheda di Scavino, M., L'Indice 1996, n. 8

Togliatti era solito usare, per gli scritti che riteneva personalmente più significativi, una stilografica con inchiostro verde.ECaprara, che ne fu il primo segretario dopo l'arrivo in Italia, ricostruisce qui un interessante profilo politico e intellettuale del "Migliore" attraverso i propri ricordi personali, che vanno (senza alcuna sistematicità ma con un ritmo narrativo avvincente) dai giorni della liberazione di Napoli sino alla partenza per l'Unione Sovietica, dove sarebbe morto nell'agosto del 1964. Il libro può essere letto e goduto come una raccolta di bozzetti e di aneddoti, in cui curiosare sulle tracce di tanti personaggi, da Benedetto Croce a Stalin, da Malaparte a Vittorini.Ma può essere apprezzato anche come documento storico (ovviamente con beneficio d'inventario), nel quale l'autore-protagonista avanza una propria interpretazione del ruolo di Togliatti nelle vicende italiane del dopoguerra; senza nascondere un atteggiamento di fondo severo e drastico, ma inserendo il controverso tema della "doppiezza" togliattiana in un quadro più generale, che appartiene all'intera storia del Pci nel dopoguerra. Insomma un libro utile e bello, proprio perché discutibile.

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