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L' inchiostro del Diavolo - Mario Ajello - copertina
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Descrizione


A Napoli, nelle cantine e nei sottoscala dove oggi si incidono le cassette pirata, nel '700 una schiera di intellettuali vivaci e temerari si faceva beffa della censura e stampava, imprimendo luoghi e date di pubblicazione falsi, i libri proibiti. Quelli cioè che, per offesa della religione, per propaganda sovversiva, per naturalismo filosofico o per attentato ai costumi, non ottenevano il permesso del re e l'imprimatur della Chiesa. L'avvocato napoletano Giuseppe Maria Di Lecce, raffinato uomo di lettere, è uno di questi stampatori clandestini, e può contare sul prezioso aiuto di un complice importante che opera e trama a Roma. Questo misterioso personaggio gli procura gli introvabili e richiestissimi testi all'Indice...
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Dettagli

1998
128 p.
9788879284387

La recensione di IBS

Golfo di Napoli, primo dicembre 1726. Un barcaiolo e un padre gesuita sono impegnati in una bizzarra impresa: annegare dei libri proibiti. Ma i libri non affondano: beffardi tornano a galla e s'incamminano, portati dalla corrente, verso la spiaggia di Posillipo dove una donna del popolo li raccoglie e, diligentemente, li riporta all'autore, che saprà restituire loro una nuova vita.
A quei tempi, per pubblicare un libro erano necessari due imprimatur: uno dell'autorità laica e uno di quella religiosa. Oppure, c'era un'altra strada: pubblicarlo clandestinamente. Per molti classici della nostra e di altre letterature, questa fu anzi una via obbligata: Boccaccio, Sacchetti, Benvenuto Cellini erano ancora proibiti, per non parlare di Locke, Newton, Galileo. I due complici di cui seguiamo il fitto carteggio giocarono un ruolo ben più importante di quello degli stampatori e dei librai più illustri: "sono stati sapienti formichine dell'avanguardia, smaliziati divulgatori di anticonformismo, pervicaci avversari dell'ordine costituito". Ed entrando di sbieco e di soppiatto, si sono piazzati ben saldi al loro posto nella storia della cultura moderna.

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