La incantatrice

Bellissimo libro preso per caso ad un mercatino. Una sorpresa e una gioia profonda quella di essere trasportata in un'altra epoca e fluttuare nel mondo di Bea e Colin, nel loro amore fraterno e assoluto. Lo consiglio fortemente.

Un libro di avventure che cela l’attenzione dell’autrice per la storia e la politica dell’Europa, continentale e coloniale, e per quella dell’Estremo Oriente a metà del Settecento: infatti viene dato notevole risalto alla vita dei nobili e dei re nei loro palazzi incantati, a quella dei mercanti, degli artigiani, ma anche dei bhikkhu, i questuanti che animano i wat (meravigliosi templi buddisti thai). I due protagonisti viaggiano attraverso il mondo partendo dalla Svizzera, per fermarsi prima in Cina e poi in Tailandia e l’autrice coglie l’occasione per narrare le vicende di ognuno di questi paesi con le loro differenti religioni, il rapporto delle genti locali con i farang (i forestieri), l’impatto della moderna tecnologia con i diversi usi e costumi,... è incredibile la ricchezza e la dovizia dei particolari. Accanto al fatto storico altre due componenti sono rilevanti: l’esoterismo pervade tutto il racconto, il rapporto che lega i due fratelli lo è, ma anche la capacità di Bea – bellissima “strega” - di leggere il futuro, di preparare pozioni e di modificare la volontà di chi le è vicino; il fermento razionalista e l’evoluzione tecnologica che caratterizza il secolo XVIII ispirato dalle idee di Voltaire e Rousseau che ha in piccoli artigiani di tutta Europa i veri motori: uomini che partono dagli orologi per creare automi, macchine naviganti e già sognano di costruirne altre volanti. Certo l’avventura, la storia, l’esoterismo, ma forse al centro del romanzo è il racconto dell’amore tra fratelli e di come questo, seppur messo a dura prova dagli anni che passano e dalle esperienze che passo a passo ciascuno compie indipendentemente, si trasformi e addirittura si rinforzi. Bel libro, bella prosa, da leggere!!