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In quel cortile di Mosca - Ljudmila Ulickaja - copertina
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In quel cortile di Mosca
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In quel cortile di Mosca - Ljudmila Ulickaja - copertina

Descrizione


Le protagoniste dei racconti di Ljudmila Ulickaja possiedono una personalità forte e vivono delle vite uniche. Sono immerse nella realtà storica, nella concretezza di biografie una diversa dall'altra. Come Sonja, nell'omonimo romanzo breve che ha fatto conoscere Ulickaja in Italia; come Buchara, Ljalja, Bron'ka, Gulja, Genele, Zinaida, i bellissimi personaggi femminili di questo libro. Anche se oggi il loro mondo è scomparso o in via di sparizione - la vecchia Mosca con i suoi vicoli, i suoi cortili, gli appartamenti ricchi di storia e di storie -, le donne di Ljudmila Ulickaja restano impresse nel ricordo del lettore, come persone che hanno vissuto una vita che è valso la pena vivere. Esistenze difficili, segnate dagli stenti e dalle ferite provocate dalla Storia, eppure appassionate, condotte con stile, pervase da un fascino contagioso.
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Dettagli

E/O
2012
Tascabile
24 ottobre 2012
137 p., Brossura
9788866322184

Valutazioni e recensioni

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Beatrice
Recensioni: 2/5

Una raccolta di storie ambientate in Russia, ognuna incentrata su una donna diversa, ma tutte pervase di un alone di povertà, mediocrità e problematicità. Inoltre in ogni storia, nei personaggi principali o secondari, ci va sempre di mezzo una malattia mentale. Sono abbastanza indecisa su come valutare questo libro...mi fa un po' rabbrividire e sentire a disagio, ma allo stesso tempo mi affascina... Ai posteri l'ardua sentenza

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Recensioni

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Voce della critica

Sette figure femminili, sette destini; un solo ambiente: i cortili delle vecchie case moscovite; e un orizzonte: l'ostinata sopravvivenza della vita russo-ebraica. È questa una schematizzazione che permette di cogliere ordine e contenuto della presente raccolta di brevi racconti di Ljudmila Ulickaja; ma la tacita profondità che pervade la lettura, ci porta a scoprire molto altro: la sommessa intimità del destino delle protagoniste. Così la lungimirante ebrea uzbeka Buchara organizza la vita della figlia malata: il secolare, sapienziale sincretismo culturale dei popoli centro-asiatici si dimostra capace di risolvere anche problemi della società e della famiglia attuali. Seguono le figure di Ljalja e Gulja, e le loro relazioni con uomini più giovani: nel loro egocentrismo le donne perdono il contatto con la realtà, conoscendo soltanto nevrosi e smania di novità. Le continue e misteriose gravidanze della mite e placida Bron'ka vengono spiegate a distanza di anni dalla stessa alla più cara amica d'un tempo, che così scopre l'amara sfumatura della banalità della sua vita. Le paranoiche abitudini di Genele palesano la volontà di vivere secondo dettami consolidati e soprattutto una segreta lotta contro l'ipocrisia, l'egoismo dei parenti. Il sussidio mensile di Asja, ricevuto dalla cugina, allarga l'attenzione sull'ambiguità dei preconcetti nei rapporti familiari. Infine, con Zinaida si scorge una sconcertante prospettiva di vita, vista però come soluzione in una società dove il massimalismo religioso può aiutare chi lo stato ha invece dimenticato. Oltre al peso della Storia che vincola e opprime, in ogni narrazione un senso di solitudine pervade gli animi delle protagoniste. Tutte le azioni si possono leggere proprio come conseguenze della solitudine, o tentativi per fronteggiarla. Ma Ulickaja ammanta tutto con dolci pennellate di lirismo ora malinconico, ora disincantato, ora autoironico: con sincera partecipazione gestisce il teatro della vita di queste donne commoventi. Francesco Bigo

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Conosci l'autore

Ljudmila Ulickaja

1943, Dablekanovo (Russia)

Cresciuta a Mosca, dove vive, è studiosa di genetica. Autrice di testi teatrali e di romanzi, è stata tradotta e pubblicata in numerosi Paesi. Per molti anni ha diretto la sezione letteraria del Teatro da Camera Ebraico di Mosca. È membro del Parlamento Culturale Europeo.

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