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In nessuna lingua In nessun luogo. Le poesie in dialetto (1938-2009) - Andrea Zanzotto - copertina
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In nessuna lingua In nessun luogo. Le poesie in dialetto (1938-2009)
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In nessuna lingua In nessun luogo. Le poesie in dialetto (1938-2009) - Andrea Zanzotto - copertina

Descrizione


Questo libro inaugura la possibilità di una nuova lettura di uno dei grandi poeti del nostro tempo.

«"In nessuna lingua in nessun luogo" raccoglie l'integrale della produzione in trevigiano del poeta di Pieve di Soligo, estrapolando i testi dai contesti originari e costruendo un vero e proprio "canzoniere" parallelo all'opera italiana» - Blow Up

Per definire il dialetto, Zanzotto si è servito più volte dell'espressione che nei Vangeli e nell'Apocalisse designa il messia: logos erchomenos, "parola che viene", veniente - ha aggiunto - «di là dove non è scrittura né grammatica», parola che rimane per questo «quasi infante nel suo dirsi». Il dialetto non è, cioè, per Zanzotto, una lingua accanto alle altre, ma l'esperienza della stessa sorgività della parola, qualcosa come la struttura stessa del linguaggio nel suo nascere, nel punto in cui il parlante «tocca con la lingua (nelle sue due accezioni di organo fisico e sistema di parole) il nostro non sapere di dove la lingua venga, nel momento in cui viene, monta come il latte». Per questo la pubblicazione di tutte le poesie in dialetto di Zanzotto, qui raccolte insieme per la prima volta accompagnate dalla traduzione in lingua e con in più la straordinaria Ecloga in dialetto per la fine del dialetto, sfuggita alle sillogi precedenti, segna un evento importante nella storia della poesia italiana del Novecento. Se la poesia, secondo il verso di Filò che dà il titolo al libro, non è «in nessuna lingua, in nessun luogo», qui il poeta si misura in uno straordinario corpo a corpo con l'evento preistorico e immemoriale da cui proviene ogni poesia. Nota introduttiva di Giorgio Agamben. Prefazione di Stefano Dal Bianco.
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Dettagli

2019
21 marzo 2019
275 p., Brossura
9788822902726

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Accentuata complessità

La poetica di Andrea Zanzotto è ricordata per l'accentuata complessità, per lo sperimentalismo formale, che è funzionale al ribaltamento dei valori della società industriale. Il progresso porta con sé degradazione, rovine socio-ambientali, psico-spirituali, per cui si rende necessario, secondo la visione del poeta trevigiano, rivangare il passato, inventare scenari diversi, mitizzarli in qualche modo pur di espungere i sintomi di un disastro umanitario frettoloso inesorabile. Di seguito alcune strofe: ''Spuntano tombe e campane, dilaga da lapidi e fronti troppo lisce pace e sgomento. Forse solo l'affanno e il gridio dei bambini e la trombetta che scavalca i monti, forse solo l'amore. Oh come, come vi parlerò? Ma forzo il cuore, forzo gli occhi a accendersi, ad accendere la vita.''

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Accentuata complessità

La poetica di Andrea Zanzotto è ricordata per l'accentuata complessità, per lo sperimentalismo formale, che è funzionale al ribaltamento dei valori della società industriale. Il progresso porta con sé degradazione, rovine socio-ambientali, psico-spirituali, per cui si rende necessario, secondo la visione del poeta trevigiano, rivangare il passato, inventare scenari diversi, mitizzarli in qualche modo pur di espungere i sintomi di un disastro umanitario frettoloso inesorabile. Di seguito alcune strofe: ''Spuntano tombe e campane, dilaga da lapidi e fronti troppo lisce pace e sgomento. Forse solo l'affanno e il gridio dei bambini e la trombetta che scavalca i monti, forse solo l'amore. Oh come, come vi parlerò? Ma forzo il cuore, forzo gli occhi a accendersi, ad accendere la vita.''

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Andrea Zanzotto

1921, Pieve di Soligo

Andrea Zanzotto, nato a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, nel 1921, è stato uno dei grandi poeti del nostro tempo, ma meglio ancora si potrebbe definire uno dei grandi della letteratura del Novecento, in ambito non solo italiano. La sua opera è stata pressoché integralmente pubblicata da Mondadori, fin dal 1951, dunque dal suo primo esordio, avvenuto con la raccolta poetica Dietro il paesaggio. Dopo le verticali accensioni liriche dei primi libri, Zanzotto si è spostato verso una direzione più aperta e "sperimentale", come in La beltà (1968), che ne ha affermato la centralità nel panorama poetico contemporaneo. Altri due momenti importanti della sua opera sono quelli della poesia in dialetto, soprattutto in Filò e nella "trilogia",...

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