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In bicicletta a Beverly Hills - William Saroyan - copertina
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In bicicletta a Beverly Hills - William Saroyan - copertina

Descrizione


L'energia del fuoco, l'avventura della strada. Lo spettacolo purificatore del fuoco: l'oro, il giallo, il blu, il rosso delle fiamme. Sulla strada, conoscere camminando. Camminando, vedere. Prendere le misure, scoprire. Ci si può spingere verso montagne distanti, nei luoghi dove si sono avventurati in pochi. Ma è nelle strade, la vera forza: tempo, mistero, amore, fame, denaro. Percorrerle all'infinito è quasi come essere immortali. All'improvviso lo spettacolo grandioso e terrificante di un cavallo in fuga. O l'incendio in una notte limpida e fredda, accanto allo zio, fino all'alba. Nell'incendio il concerto delle fiamme. Fuoco: dalla fiamma del fiammifero alla potenza del sole. Fuoco: forma e stile, e ritmo, come il cammino della strada.
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Dettagli

2001
23 novembre 2001
188 p.
9788871683263

Voce della critica

Pur essendo tra i grandi dimenticati della letteratura americana del Novecento, William Saroyan è scrittore capace ancora di appassionare. Anche in questi racconti dimostra come nelle prose brevi abbia raggiunto il proprio vertice narrativo: non ci sono passaggi noiosi o cadute di ritmo (come nel caso, invece, di molti dei suoi romanzi), ma lampi di autentica creatività introspettiva. Eppure la fortuna critica di Saroyan è stata a dir poco altalenante: Pavese, ad esempio, in Raccontare è monotono lo accusava di un "irresponsabile lirismo psicologico", mentre Vittorini nell'antologia Americana ne lodava proprio "la purezza e la ferocia" dello stile. In patria le cose non sono andate meglio: basti ricordare il giudizio di Edmund Wilson che collocava Saroyan (insieme a scrittori come Fitzgerald, Steinbeck e Cain) tra i " boys in the back room ", i ragazzi del retrobottega, caratterizzati da una scrittura "piatta e bidimensionale" e "totalmente asservita" ai diktat dell'allora nascente industria cinematografica. Se questo drastico giudizio di Wilson può essere in parte comprensibile per i romanzi di Saroyan, non lo è affatto per i suoi racconti: short stories ben lontane dai ritratti di un'America edulcorata imposti dal vuoto hollywoodiano. Nelle prose brevi Saroyan si trasforma infatti in un grande narratore delle minoranze: lui - americano d'adozione, armeno di nascita - ci porta la testimonianza, vivida e diretta, degli immigrati nell'America degli anni cinquanta. Anni nei quali vivere "consapevoli di vivere" era più che un "mestiere", mentre "la rabbia e l'orgoglio" erano ancora molto più che semplici opinioni "fallaci".

Gian Paolo Serino

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Conosci l'autore

William Saroyan

(Fresno, California, 1908-81) scrittore statunitense. Di origine armena, cresciuto in un orfanotrofio e vissuto poi tra la gente della strada come strillone e fattorino del telegrafo, diede voce, negli anni della depressione, all’America dei diseredati e degli immigrati, terra d’incontro tra la memoria e il sogno, in una serie di racconti che sembravano violare, o ignorare, ogni regola. Il grande successo che accolse, negli Stati Uniti come in Europa, la sua prima raccolta, Che ve ne sembra dell’America? (The daring young man on the flying trapeze, 1934) fu dovuto, in ugual misura, all’anomalia della scrittura narrativa di S., che trasferiva miracolosamente nella lingua della nuova terra l’impronta fantastica dell’antica, e alla forza compensatoria delle sue invenzioni. Nelle opere successive...

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