In assenza di Blanca

Come quando si salta su una giostra in movimento e per un primo attimo vince la mancanza di equilibrio e si sbanda. Così qui si salta dentro una storia già in movimento dentro la testa di Mario, e si sbanda sentendosi spinti dal suo tormento vorticoso e labirintico fatto di ricordi e considerazioni sulla sua vita con Blanca, sul loro mondo attraversato dagli altri, malgrado Mario. Mario vive la sua ipnosi al chiuso di sé, senza porre distanza dai fatti, alimentando le sue ossessioni e procurando a chi legge uno sfasamento temporale per cui si perdono i riferimenti, proprio come dentro un labirinto, il suo. Anche stavolta Munoz Molina mi ha sorpreso, in modo diverso, usando l’ironia per sottolineare ora le insicurezze, ora il vuoto e la volubilità dei personaggi, il loro lato frivolo e debole. Allo stesso tempo è riuscito così a stemperare una tensione che accompagna fino alla fine, ma che proprio sul finire ci lascia come quando la giostra si ferma.

incipit folgorante, tensione emotiva che non cala fino alla fine. per chi ama il romanzo psicologico è una vera chicca.

niente a che vedere con beatus ille.Scritto con la mano sinistra,forse per esigenze di mercato