Imprenditori si nasce, eterni si diventa

Un romanzo è una storia, è un linguaggio. Questo nuovo lavoro di Gianni Cottardo è un romanzo di viaggi e di idee. Il luogo è l'antico Egitto. Passato remoto e presente creano lo sviluppo dei due filoni del romanzo. Si tratta di un viaggio dell'intelletto nel quale si indaga sugli aspetti contraddittori dell'imprenditoria. Cottardo sposa l'avventura umana dei suoi protagonisti - antichi e moderni - a un linguaggio attuale, ironico e divertente. Il modello stilistico sembrerebbe quello della scrittura giornalistica americana o quello di un giallista erudito. L'autore combina abilmente i generi senza dimenticare che il pubblico va tenuto sveglio. Le vicende del mitico imprenditore antico sono raccontate in contrappunto a quelle di un egittologo - alter ego dell'autore? - in tono scanzonato ma realistico. La fabula ci porta ad assistere in diretta alla carriera dell'arcaico imprenditore - simile in vizi e virtù (guarda caso!) a quella di un ben noto personaggio del presente politico italiano. In parallelo un egittologo carrierista con un punto di vista moraleggiante. Attraverso il comportamento dei personaggi emerge una visione etica del mondo, "contro i ricchi e i potenti". Non è moralismo quello di Cottardo, ma lo spirito critico di chi vorrebbe cambiare la società castigando il costume. Se tanto il presente quanto il passato non danno speranze tranne quelle del conto in banca e della carriera, non rimane che interrogarsi sul senso della vita. E il romanzo di Cottardo lo fa, divertendoci. Cottardo è un manager della comunicazione. La sua capacità di comunicare però non avrebbe bisogno di pigiare sul pedale della persuasione come talvolta fa. Questa storia è convincente per se stessa. (Aldo Selleri)