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Una bella descrizione della storia del pensiero economico.Più che un libro di economia pura,cioè che descrive il funzionamento dei mercati o il comportamento dei suoi soggetti,è un trattato che compara i vari pensieri economici e ne analizza gli aspetti negativi e positivi. Ho molto apprezzato lo spirito critico dell'autore e la sua autonomia di giudizio,senza mai conformarsi ad una dottrina in particolare.
L'autore padroneggia così bene l'argomento che riesce a superare la semplice cronicizzazione dei fatti e diletta il lettore sviluppando gli argomenti intorno al tema principale dello sviluppo economico aggiungendo un omnipresente quanto non invasivo collegamento fra i grandi eventi storici e l'umanità dell'umanità. Unico neo: in pochi casi alcuni concetti vengono dati per scontati e l'esposizione si complica.
«Idee, principi, teorie», recita la sovracopertina. E così fa, succintamente ma con molta chiarezza, Sergio Ricossa, economista liberale di chiara fama, allievo di Karl Popper. Il susseguirsi delle pagine è un susseguirsi di spiegazioni e di teorie e commentarle vorrebbe dire ripeterle, cosa che è superiore alle mie forze e mi prenderebbe troppo tempo, tanto vale che il lettore che ne sia curioso si prenda in mano direttamente il libro ché di sicuro ne trarrà più profitto e soddisfazione che da qualsivoglia compendio e commento gli si possa fare Altissimo è stato, nel corso degli ultimi tre secoli, il numero dei teorici d’economia che con un sussiego e una presunzione maggiori che i filosofi hanno creduto, ognuno più di ogni altro, di trovare il modo per render tutta la gente ricca e felice. Ma la loro attendibilità non è mai stata superiore a quella dei veggenti e la loro credibilità pareggia all’incirca quella dei filosofi. In realtà l’economia ha poche regole che occorre sempre assecondare: la prima è che bisogna produrre meglio e ad un prezzo più basso che i concorrenti, la seconda è che occorre che i mercati rispondano adeguatamente, e la terza è che essi non si saturino o che qualcuno non ce li saturi. Sembra facile ma è difficilissimo, è soprattutto difficilissimo che questi tre stati di grazia si compiano contemporaneamente, per cui non sempre capita che le cose vadano bene (per gli industriali quando le cose non vanno bene vanno sempre male), così va a finire che ci si immischia lo Stato, subentra la politica, ognuno vuol dire la sua e cominciano i guai. Però che l’unico che può mediare è lo Stato, solo che ognuno lo vorrebbe dalla propria parte, gli imprenditori che agognano alla pace sociale a costo zero e i sindacalisti che continuano a vedere i padroni come delle sanguisughe. Io non voglio e non posso riassumere il libro di Ricossa, come ho detto è cosa troppo al di sopra delle mie capacità. Ne approfitto però per cavarmi il capriccio d’esternare la mia personal
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