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Ifigenia in Tauride. Testo tedesco a fronte - Johann Wolfgang Goethe - copertina
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Ifigenia in Tauride. Testo tedesco a fronte - Johann Wolfgang Goethe - copertina

Descrizione


L'entusiasmo per il genio di Shakespeare, l'approfondimento dei grandi temi della sensibilità borghese, l'esperienza diretta della vita politica e culturale di un piccolo ducato tedesco, il lungo viaggio in Italia, l'assidua attenzione agli sviluppi della Rivoluzione francese, il costante riferimento ai grandi esempi della civiltà classica e la fervida discussione con le espressioni più salienti della cultura del suo tempo: su queste basi Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) costruisce i pilastri della letteratura tedesca moderna e con le grandi figure di Werther e di Egmont, di Ifigenia e di Tasso, ma soprattutto di Wilhelm Meister e di Faust, la eleva a Weltliteratur.
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Dettagli

2011
2 marzo 2011
246 p., Brossura
9788831707695

Voce della critica

  Nel 1779 Goethe terminò la prima versione in prosa di un dramma che nel 1787, al suo ritorno dal viaggio in Italia, avrebbe rielaborato in pentapodie giambiche: l'Iphigenie auf Tauris (Ifigenia in Tauride). La ricezione dell'opera nel corso dell'Ottocento e di gran parte del Novecento celebrò il suo messaggio universale di umanità, trascurando invece il carattere ambivalente che caratterizza la ripresa del mito e dell'antico. La conflittualità e le aporie che costellano il faticoso cammino dell'eroina greca trapelano dalla celebre definizione con cui Goethe descrisse l'Ifigenia: il dramma "grecizzante" è per lui "diabolicamente umano" (un giudizio del resto condiviso da Schiller che si spingeva a definire l'opera come "non greca"). La traduzione di Lievi e la prefazione di Pulvirenti sottolineano questo carattere così moderno e suggestivo dell'Ifigenia. Mentre in Euripide l'umanizzazione della vicenda dell'eroina sullo sfondo dell'orrida catena di delitti che costituisce il destino dei Tantalidi non implica la rinuncia all'inganno e solo il provvidenziale intervento di Atena, dea ex machina, consente di sciogliere l'intreccio drammatico, Goethe attua invece un procedimento di interiorizzazione del mito che approfondisce il solco tra greci e moderni, superando la necessità ineluttabile del fato, cuore della tragedia antica. L'intersoggettività, per Peter Szondi la quintessenza del dramma classico, costituisce anche l'elemento dinamico e strutturale dell'Ifigenia, trovando la sua più compiuta espressione nei dialoghi. La costellazione all'interno della quale si muovono i protagonisti del dramma si articola nel conflitto fra tre diversi ordini di relazioni: quella fra sudditi e sovrano che rispecchia il problema, ampiamente dibattuto nel Settecento, della possibilità di formare, mediante un'opportuna paideia, un monarca "illuminato"; quella tra proprio ed estraneo, altra costante del dibattito antropologico settecentesco; quella tra azione e parola. Tutte queste opposizioni sono solcate da un aspetto che potremmo chiamare "di genere", in quanto, come illustra efficacemente Pulvirenti nella sua introduzione, che offre un innovativo approccio al testo goethiano, il processo di trasformazione da una dimensione "politica" a una dimensione "etica" dell'agire si compie mediante "il confronto con la diversità del pensiero femminile" che si articola nella strategia del discorso e "induce a rinunciare alla violenza, al potere e alla sopraffazione", comuni tanto ai greci quanto ai barbari. Il risultato è un "dramma della civiltà" (Adorno), povero d'azione esteriore, che mette in scena la problematica genesi di una coscienza matura e autonoma nell'eroina greca, "anima bella", ma non priva di turbamenti e palpiti. La traduzione di Lievi è pensata per l'allestimento scenico (l'Ifigenia è stata rappresentata a Brescia e a Palermo) e risente quindi della concreta esigenza di un uomo di teatro, peraltro profondo conoscitore della letteratura tedesca che già si è cimentato per motivi analoghi con il Tasso (edito sempre da Marsilio), di far rivivere un testo così complesso e affascinante, basato sulla forza dinamica della parola, su un palcoscenico moderno. Del resto, non è possibile accostarsi a un testo teatrale, interpretarlo (e l'atto traduttivo è atto interpretativo per eccellenza), prescindendo dalla sua destinazione eminentemente scenica. La traduzione rende giustizia al pathos dell'originale, serrato nella raffinata e armonica eleganza della forma classica, in un linguaggio moderno e lineare, dall'andamento paratattico, che non imbriglia il fluire del discorso, né la complessa strategia retorica in cui risiede l'azione drammatica. Lorella Bosco

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Conosci l'autore

Johann Wolfgang Goethe

1749, Francoforte sul Meno

(Francoforte sul Meno 1749 - Weimar 1832) poeta tedesco. Gli anni giovanili Nacque nella agiata famiglia borghese di un consigliere imperiale. Aiutato dalla madre, giovane e intelligente, mostrò genialità precoce, imparando facilmente più lingue, e scrivendo prestissimo per il teatro delle marionette (dove poté conoscere, tra l’altro, la popolare leggenda del dottor Faust). A sedici anni lasciò Francoforte per studiare legge a Lipsia. Furono anni di intensa vita sociale e culturale; si interessò alla medicina, alle arti figurative e al disegno, e cominciò a scrivere versi di tonalità anacreontica, libertina e scherzosa (Il libro di Annette, Das Buch Annette). Alla rottura del breve idillio con Käthchen Schönkopf seguì...

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