Hotel World

E' il primo romanzo che leggo di questa scrittrice e mi ha catturato il mistero, la tensione, la solitudine che si respira tra le pagine. Non accade niente di particolare, e al contempo nelle piccole azioni, si aprono mondi di sensazioni. Non semplice, ma interessante.

Non sono riuscita ad entrare nel libro. Freddo, crudo e gelido. Lo stile, così spigoloso, ha fatto in modo da lasciarmi sempre al di fuori. Ali Smith non mi ha conquistata. Peccato. Le storie delle donne non avevano fascino, per me.

In "Hotel World", Ali Smith ci presenta l'Hotel Global, che fa da sfondo a cinque storie di donne, nell'arco di una sola giornata. Una nuotatrice morta per scommessa, precipitata dentro il montacarichi dell’hotel. Un fantasma che cerca di trattenere la sensazione dell’essere vivi. Else, una senzatetto che davanti all’hotel chiede spiccioli. Una donna con una tosse lacerante, che conosce tutti i tipi di stenografia e ama la poesia. Un’ex centralinista del Global che ricorda solo i jingle delle pubblicità. Penny, una giornalista a caccia di storie (vere o false che siano) e di film porno. Una ragazzina che in un vortice di pensieri, cerca di scoprire se la sorella si è suicidata o è vittima di un incidente. Le cinque donne, con altrettanti modi di esprimersi, sono delineate attraverso una sperimentazione linguistica brutalmente reale che riesce a caratterizzare la loro personalità, le paure, i desideri, i dubbi, a raccontare la loro storia. E lo scarto temporale, le lacune, i rimandi, le spiegazioni non date fanno sì che il lettore partecipi, in un certo senso, alla costruzione del romanzo, un romanzo che si spiega in un presente in cui la vita, nonostante tutto, continua.