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Hotel Inferno. Camere vista mare - Gianni Liverani - copertina
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Hotel Inferno. Camere vista mare - Gianni Liverani - copertina

Descrizione


Un protagonista "alla Bukowsky" che riesce a coinvolgere e trascinare il lettore in storie al limite della farsa tra il riso e il pianto, in un romanzo che rompe gli schemi tradizionali. "Un libro sorprendente, irresistibile, iperbolico, caustico, "politicamente scorretto", crudo e crudele, spiazzante e divertente fino alle lacrime. Gianni Liverani, con questo suo secondo romanzo, si segnala come una delle voci più forti e originali nel panorama della nuova narrativa italiana. I suoi personaggi si muovono, stralunati ed eccessivi, "bevuti" e goffi, disperati e teneri, violenti e fragili, nelle retrovie della Riviera romagnola quando per la bella vita non è stagione e l'esistenza è sospesa in uno scombinato girare a vuoto, o quando della bella vita non si hanno né voglia, né possibilità, né cognizione, immersi in una continua, irrimediabile, disordinata e voluta precarietà dell'esistenza e dell'anima". (Dalla Prefazione di Eraldo Baldini)
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Dettagli

2011
1 marzo 2011
224 p., Brossura
9788866010036

Valutazioni e recensioni

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svampessa
Recensioni: 4/5

un libro piacevole e a tratti esilarante. Lo stile nettamente Bukowskiano lo rende vivace e accattivante. Vorrei leggere altro dello stesso autore

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valmont
Recensioni: 5/5

Spettacolare come i grandi americani. Un cult

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Recensioni

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La recensione di IBS

I NARRATORI è la collana di narrativa diretta da ERALDO BALDINI.
Un libro sorprendente, irresistibile, iperbolico, caustico, «politicamente scorretto», crudo e crudele, spiazzante e divertente fino alle lacrime. Gianni Liverani, con questo suo romanzo, si segnala come una delle voci più forti e originali nel panorama della nuova narrativa italiana. I suoi personaggi si muovono, stralunati ed eccessivi, «bevuti» e goffi, disperati e teneri, violenti e fragili, nelle retrovie della Riviera romagnola quando per la bella vita non è stagione e l’esistenza è sospesa in uno scombinato girare a vuoto, o quando della bella vita non si hanno né voglia, né possibilità, né cognizione, immersi in una continua, irrimediabile, disordinata e voluta precarietà dell’esistenza e dell’anima. “Io ripresi a bere birra e a ruttare e a scrivere e ogni volta che battevo il tasto con lettera emme la stanghetta restava bloccata a mezz’aria. Finché non mi stufai e decisi di andare da lei, e nella stanza trovai la luce accesa e il suo sguardo allo stesso modo bloccato a mezz’aria, un piccolo ingenuo tasto grigio impantanato nelle miserie del mondo. Soffocai un rutto e la strinsi tra la braccia.”

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