Hope

Il nuovo album di Daniel Hope è nato spontaneamente durante il primo lockdown dello scorso anno, un periodo di incertezza per molti, di sofferenza e dolore per tanti altri. “Hope” è un'antologia musicale profondamente personale e sorprendentemente varia, che cattura lo spirito di solidarietà e conforto che la musica ha contribuito a donare durante la pandemia.
Il repertorio spazia dagli arrangiamenti per violino e voci di "Time Stands Still" di Dowland, "Die Nacht" di Schubert e "Nimrod" di Elgar agli adattamenti strumentali di "Danny Boy" e "Dream a Little Dream", passando per nuove versioni di “Amazing Grace” e “Ah! Possa la rosa rossa vivere sempre”. Sono inclusi anche l’Adagio di Albinoni/Giazotto, “Spiegel im Spiegel” di Arvo Pärt e la registrazione in prima mondiale di “Byblos, The Old City” di Bechara El-Khoury. L'album si apre, tuttavia, con un arrangiamento della Misa Criolla appositamente commissionato per questo progetto, un'opera che Daniel Hope ha pensato di eseguire fin da giovane. Infatti, all'età di 18 anni, Hope si era assicurato i diritti per farne un arrangiamento e l'anno scorso ha invitato il pianista, compositore e arrangiatore Paul Bateman a reimmaginare la Messa di Ramírez che ora troviamo in questo album. Tra gli artisti ospiti troviamo baritono Thomas Hampson, i cantanti dell'Ensemble Amarcord, il clarinettista Patrick Messina, l'arpista Marie-Pierre Langlamet, il pianista Jacques Ammon e lo Zürcher Kammerorchester, di cui Hope è direttore musicale dal 2016.