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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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"Hail to the thief" non è una semplice raccolta di canzoni, è una vera e propria opera musicale, dotata di una grande coerenza interna. L'album è attraversato da una sostanza melodica malinconica, a tratti rabbiosa e cupa, ricca di discordanze, scatti e rotture ritmiche, che trovano una loro armonia senza risultare scontate. Eccezionale l'interpretazione vocale di Thom Yorke (uno strumento aggiunto): intensa, dolente, appassionata, mai retorica. Trascinante l'incipit con "2+2=5" e a seguire l'ipnotica "Sit down, stand up". Belli e allusivi i testi, corredati nel libretto da un sottotitolo didascalico che esplicita l'impianto "letterario" dell'LP.
Ogni disco dei radiohead ci ha costretto a spostare un po' più in là la definizione di ciò che intendiamo per rock; ogni loro disco ci ha spinto a riconsiderare ciò che chiamiamo comunemente canzone. Questo disco certamente non è da meno:HAIL TO THE THIEF sintetizza allo stesso tempo sia ciò che i radiohead hanno rappresentato nei loro 10 anni di attività sia costituisce un'ulteriore passo in avanti nel loro personale viaggio musicale. C'è l'elettronica deli ultimi due album, ci sono canzoni degne di OK COMPUTER:HAIL TO THE THIEF è tutto questo e mille altre cose insieme. E' per questo ke risulta difficile definirlo: probabilmente è il disco più eterogeneo del gruppo di oxford ma anche quello più rabbioso e indignato contro lo scenario globale presente (THIS IS THE GLOAMING ci avvertono). La caratteristica più vistosa è una maggiore esigenza di spontaneità (il disco inizia con Johnny ke infila il jack della chitarra e le canzoni sono quasi tutte registrate in presa diretta senza sovraincisioni) ke richiama la precedente esperienza del disco live dopo gli ultimi due album claustrofobici costruiti in studio. La spontaneità si sente in particolare nel gran ritorno della voce di tom yorke: una voce mai stata così in splendida forma (sentitevi Sail to the moon e capirete). Ma tutta la band ha raggiunto un livello di maturità stilistica e di perfezione formale inarrivabili: la grande ricchezza stilistica dell'album si sposa con una complessità di composizione e esecuzione notevoli.Ogni composizione, eccetto rare eccezioni, si sviluppa in direzioni impreviste, ha una sua struttura autonoma peculiare (sentitevi cosa diventa 2+2=5 in poco più di tre minuti), senza basarsi sull'usuale alternanza strofa/ritornello:ogni canzone inizia e non sai mai dove ti porterà.Così come ogni loro nuovo album: è un viaggio che una volta iniziato non sai mai dove ti condurrà.Non resta ke lasciarsi trasportare: questo è il fascino di questo disco, questo è il fascino in definitiva di tutta la musica dei radiohead.
Altro che ritorno al Pop come avevano fatto trapelare. Questo disco dimostra la maturità, l'eleganza, la consapevolezza di una musica ormai matura, senza più i foruncoli.
Recensioni
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