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Guillaume de Machaut le maître - M. Teresa Rosa Barezzani - copertina
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Guillaume de Machaut le maître - M. Teresa Rosa Barezzani - copertina

Descrizione


Guillaume de Machaut, figura di poeta e musicista fervidamente visionario, dall'eccezionale forza di irradiazione, analizzò e descrisse in maniera mirabile, entro la complessa cornice di idee e costumi della sua epoca e dell'ambiente d'elite in cui visse, la fenomenologia dell'amore, tra le insidie del Desiderio, le alterne vicende della Fortuna, le dolci consolazioni della Speranza. Con audace consapevolezza Machaut rivendicò a sé in quanto 'clerc' - religioso e uomo di cultura estraneo all'esercizio del potere e delle armi - una piena dignità e autonomia a fronte della casta nobiliare e cavalleresca, attribuì alla sua poesia un potere analitico e cognitivo che fece di lui un interlocutore e un consolatore di principi e re, e alla sua musica un'illimitata capacità di entrare in relazione con l'intera gamma delle emozioni, da quelle gioiose a quelle più drammaticamente dolorose, e di farsene interprete e veicolo. Il libro si propone di fornire dei punti di riferimento utili alla contestualizzazione di Machaut e del suo iter creativo, sia per chi desideri intraprenderne lo studio ed essere informato sullo stato e le tendenze della ricerca, sia per chi voglia godere con consapevolezza di un'opera musicale e poetica che ci parla dalla distanza di più di sei secoli, e che per essere compresa esige d'essere percepita nella sua propria lingua, in sintonia col contesto di cultura che la produsse.
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Dettagli

2013
8 maggio 2013
120 p., Brossura
9788883476594

Voce della critica

È bene sgomberare il campo da alcune attese: Guillaume de Machaut le mâitre non è la consueta monografia su un compositore: il dato biografico, che pure affiora in diversi punti, è piuttosto funzionale alla ricostruzione di singole circostanze; assente uno sguardo sistematico sulla produzione musicale. La bibliografia pregressa su Machaut (che, è bene ricordarlo, assieme a Francesco Landini, è il compositore medievale più conosciuto) è in effetti talmente vasta da rendere complesso un lavoro di sintesi e superflua una trattazione esaustiva, dopo l'ottimo lavoro di Lawrence Earp. Forse anche da questa consapevolezza prende le mosse il saggio di Rosa Barezzani, che sposta l'attenzione dal Machaut musicista al Machaut uomo di lettere. Questo potrebbe apparire singolare, per il primo volume di una collana intitolata "Strumenti per la Musicologia", ma motivabile con il fatto che nei molti appassionati o studiosi del Machaut compositore, la conoscenza della sua produzione letteraria sia perlopiù sommaria o parziale. Che i musicologi abbiano più dimestichezza con il testo letterario di quanto i letterati con i brani musicali è (per stessa ammissione di questi ultimi) un dato incontestabile: nel repertorio vocale l'efficacia della creazione è il risultato del rapporto sinergico fra parola e musica. Rosa Barezzani si muove con naturalezza nella dimensione testuale, andando però oltre la poesia per musica e puntando sulla produzione squisitamente letteraria di Machaut, ovvero su quei dit che si riallacciano alla tradizione francese del roman in versi, pur ammettendo, rispetto a questo, meno vincoli, sia dal punto di vista formale sia nella scelta della materia da trattare. Alcuni di essi presentano l'inserimento di brani musicali (Remede de Fortune, Le Livre dou Voir Dit), ma con un ruolo non predominante rispetto all'economia del poema. Il volume si divide in tre parti, assai diverse per estensione, carattere, ma soprattutto per le competenze richieste al lettore: una prima sezione, assai ampia, prende in esame undici dei sedici dit di Machaut: i più importanti; una seconda, di poche pagine, "accessibile", per esplicita ammissione della premessa (scritta a quattro mani da Maria Caraci Vela, Rosa Cafiero, Andrea Massimo Grassi, Gabriele Rossi Rognoni), "solo a coloro che conoscono almeno i fondamenti del mensuralismo francese del Trecento"; una terza, curata da Michele Epifani, assegnata ad un'attenta bibliografia ragionata. Il capitolo notazionale rappresenta in effetti un'appendice per addetti ai lavori, volta all'individuazione di alcune formule ritmiche ("piccole strutture ritmiche", "reiterazioni ritmiche") e melodiche ricorrenti nell'opera di Machaut, e alla loro assimilazione nel repertorio coevo e successivo. Una riflessione sulla ricezione e la trasmissione dei modelli che, esperita nel breve capitolo notazionale, si fa ampio excursus nella parte del saggio dedicata ai dit. L'universo letterario di Machaut, l'orizzonte da cui prende le mosse e le suggestioni che produce sono trattati con abbondanza di riferimenti (la discussione della fin amor nell'opera di trovatori e trovieri, l'eredità del Roman de la rose e del Fauvel; ma anche il modello costituito dall'autore per opere quali il Paradis d'Amour di Froissart o il Book of the Duchess di Chaucer), a tracciare una rete di corrispondenze a tutto campo che, prese le mosse dalla letteratura, arriva a spaziare nei territori più diversi, dalla storia del costume all'iconografia.   Alessandra Fiori  

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