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Assolutamente affascinante ed unico.Complimenti!!
Livello altissimo per questo libro. Il culto della Dea Madre dove non ci saremmo mai aspettati di trovare. Romanazzi spiega, regione per regione, i luoghi e le rievocazione che portano l'antico marchio di Bona Dea. Culti profondi come radici di quercia che hanno lasciato il segno della loro potenza nel passato, ma che ritroviamo in molti dei nostri moderni folklori. Assolutamente da leggere.
Il culto della Mater Magna affonda le sue radici nella terra della rimembranza ove le ombre di un lontano passato evocano ricordi, mai cancellati di prosperità e gioia, di un tempo in cui l'uomo, stranito dai molteplici poteri e aspetti della natura, la fece madre e nutrice, iniziando a vivere nella sua immanenza come prodigo figlio che con timore venera e rende grazie alla sua Dea. Sono queste le caratteristiche della Grande Generatrice, la mater il cui ventre è, nell'immaginario primitivo, la grotta e i cui liquidi vitali, le sacre fonti che sgorgano dalle viscere della terra, assicurano la vita. Il libro, in un mistico percorso tra le tradizioni ed il folklore italiano, ci porterà alla scoperta dei molteplici aspetti della Dea, dagli antri paleolitici alle "pocce lattaie" nelle cui profondità incontreremo Ma e Cerere, Brigida e Ciane, Meftis e Dana, fino ad arrivare alle numerose Vergini dal volto scuro, ricordo di culti primitivi nei quali fertilità e procreazione avevano assoluta dominanza. Questi rituali però non possono avvenire ovunque, ogni religione ha i suoi santuari, i propri luoghi sacri l'Etemenanki biblica ove Cielo e Terra si congiungono per parlare una sola lingua. Ecco così svelati i sacri "linga" del territorio italiano, i luoghi del coitus che generano la vita, il betile che ingravida la terra in modo che possa garantire un buon raccolto e microcosmicamente la donna, rendendola fertile e prospera. Sarà così che, per capire le evoluzioni della dea del raccolto da Kore e Persefone alla Vergine Maria e Sant'Anna, ci immergeremo nel mondo del foklore ove il contadino diventa così il simbolo e l'attore di un non-mutamento, una ideologia che, nonostante l'adesione al cristianesimo, non dimentica il mistico mondo apotropaico e pagano al quale appartiene e dal quale proviene.
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