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Anno edizione: 2017
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Indice
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ottimo libro, narra in maniera esaustiva e dettagliata gli avvenimenti dei militari italiani dall'occupazione della jugoslavia fino al rientro dalla prigionia.
Il volume di Elena Aga-rossi e Maria Teresa Giusti traccia, forse per la prima volta, il quadro complessivo della presenza militare italiana nei balcani durante la seconda guerra mondiale. Tale caratteristica, insieme all'utilizzo sistematico delle fonti storiche primarie e secondarie,militari e civili, è un indubbio pregio del volume. Ciò che desta perplessità è la chiave interpretativa generale dello studio, nel corso del quale la storia militare delle divisioni coinvolte nella guerra voluta dal fascismo viene di fatto contrapposta, in positivo,al contesto storico dell'occupazione nazifascista dei Balcani in cui matura una durissima guerra partigiana. Per cui, se vengono sottolineate in modo preciso le responsabilità e i crimini commessi anche da reparti italiani, soprattutto durante i primi anni del conflitto,estremamente contraddittorio e/o accondiscendente è l'atteggiamento nei confronti degli alti ufficiali italiani posti di fronte al dilemma se resistere o pensare soltanto alla salvezza dei propri uomini dopo il tragico 8 settembre 1943.Sembra solo occasionale, al di là della polemica contro il governo centrale e lo stato maggiore, sia la scelta di resistere subito che la tattica dilatoria. Nel caso della divisione Acqui, infine, il volume aggiunge un ulteriore tessera in una polemica infinita e mostra i suoi limiti interpretativi: accanto ad un'eccessiva fiducia nelle fonti e nelle ricostruzioni ufficiali, il comportamento di coloro che scelsero e accettarono il legame con la resistenza viene connotato come "ideologico", laddove è evidente che le ambiguità estreme, molto documentate,vennero generate dal comando.
Recensioni
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