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Libro interessante e appassionato. Interessante l'idea di passare in rassegna gli eventi di quel tragico anno, più o meno tutti legati alla guerra civile spagnola in atto: toccanti le pagine dedicate alla morte di Gramsci in prigione e dei fratelli Rosselli per mano dei sicari francesi, prezzolati dai fascisti. Centrale politicamente e analizzato anche dal punto di vista militare, l'evento del bombardamento della cittadina basca, il primo contro una popolazione civile, quindi una tragica novità. Del resto tutta la storia della guerra civile spagnola- storia che qui viene data per nota, ma che molto nota non è- è un tragico anticipo di tutti gli orrori della guerra mondiale che sarebbe esplosa poco dopo. Utile ricordare a chi l'avesse dimenticato, che la partecipazione italiana fu veramente massiccia, anche in termini di bombardamenti aerei e navali, con tutto il peso che ciò comporta nelle efferatezze compiute. Scritto bene e con passione, l'autore un poco eccede in quest'ultima, con frequenti incursioni in vicende più recenti (l'intervento occidentale nei balcani degli anni '90) che mi sembrano lontane dalle motivazioni degli eventi spagnoli. E' un libro utile e stimolante,da consigliare e regalare, che va affrontato però dopo la lettura propedeutica di una buona storia generale della guerra civile, tipo quella del Preston
Recensioni
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Il 1937 questa è la tesi centrale che emerge dal volume di Angelo d'Orsi è stato "un annus horribilis, e perciò fascinatore", la cui portata è pienamente rappresentata dalla distruzione di Guernica da parte dell'aviazione nazi-fascista quel 26 di aprile. Evento che, nell'interpretazione dell'autore del libro, viene a costituire un vero e proprio simbolo sia dell'efferatezza di alcuni crimini che l'umanità ha rivolto a se stessa, sia della menzogna politica, a causa dei ripetuti tentativi di far ricadere le responsabilità della strage sui "rossi" e sui baschi, negando vi fossero stati i bombardamenti.
Guernica assume però un carattere quasi idealtipico almeno per altre due ragioni. Innanzitutto il fatto di aver costituito il primo esempio di quei bombardamenti a tappeto poi così diffusi nella storia successiva e, in secondo luogo, di aver aperto con l'anno che l'ha contrassegnata una grande stagione di impegno politico e militante da parte di molti intellettuali. A differenza di molte città vittime di analoghi tragedie nel corso del Novecento e agli inizi del nuovo millennio, Guernica non era altro che un piccolo villaggio, seppur reso importante dalla presenza nei suoi territori di alcune industrie di armamenti e della sede del comando di zona dell'esercito basco, sostenitore della Repubblica e quindi antifranchista. Pare così che uno degli scopi principali dell'azione militare fosse quello di spaventare la fazione avversa a Franco. Sullo sfondo c'era la guerra civile spagnola, in cui il generalissimo procedeva nella sua opera di redenzione del paese contro anarchici, comunisti e socialisti, ottenendo spesso l'appoggio delle gerarchie ecclesiastiche, tanto da far apparire la guerra antirepubblicana come una cruzada, una crociata. Al suo fianco, italiani e tedeschi, spinti dal desiderio di fermare l'espansione del comunismo e da quello di meglio testare sul campo le potenzialità della loro flotta aerea.
Non sono però solo le vittime di Guernica a essere ricordate nel volume: d'Orsi presenta infatti con dovizia di particolari e grande abilità narrativa le vicende della guerra di Spagna e di quel lungo 1937, i rapporti tra le varie componenti del fronte repubblicano, le influenze europee, la partecipazione italiana al conflitto e le vicende del fascismo nostrano. Altre significative morti contribuiscono a rendere il 1937 così rappresentativo. Innanzitutto quella di Gramsci, imprigionato dal regime fascista già nel 1926 per motivi politici, e morto a poche ore di distanza dal bombardamento di Guernica in una clinica romana, e poi le scomparse dell'anarchico italiano Camillo Berneri, forse vittima di un accordo tra russi, italiani e spagnoli a causa delle sue posizioni antistaliniste, e che rappresentava un modello di "intellettuale prestato alla lotta", e di Carlo Rosselli, fondatore di Giustizia e Libertà, ucciso in Normandia con il fratello Nello nel mese di giugno. Proprio il ricordo di queste figure consente all'autore di proseguire quel discorso su intellettuali e impegno pubblico già contenuto in molti suoi contributi, asserendo che "la coscienza dell'intellettuale contemporaneo quali che siano poi state le sue scelte, le sue testimonianze, le sue opzioni deve molto al 1936-39" e che "la Spagna fu davvero la prova generale della moralità della cultura". Francesco Regalzi
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