Il grido di Pan

Il grande dio Pan è una divinità della natura, della campagna, dei pascoli, delle selve e le antiche sculture lo rappresentano come una mescolanza di umano e di animale, "un capro che domina i campi con la sua sfrenata sessualità". Un dio della fertilità. E' un dio in cui convive animalità e logos, come a dire che anche nell'uomo, nella sua natura è presente una certa dose di animalità che se rimossa può mettere a rischio l'equilibrio psichico dell'individuo.. Un altro aspetto del dio è il suo grido agghiacciante che invade l'aria, ogni qualvolta il suo riposo pomeridiano, la controra o ora immota, viene disturbato, come a ricordarci che l'uomo non vive di solo pane e sempre di corsa, ma anche di pause di riposo e di riflessione. Il grido di Pan genera il terrore panico. "E' il grido della natura che si ribella contro chi la offende". L'autore riporta la frase del "Romano Pontefice": "Ascoltate il grido della terra". Nel libro c'è molto altro: la sapienza dei filosofi oscuri ((Eraclito, Parmenide, Empedocle), la saggezza, il Minotauro e il labirinto inteso come "intrico della mente", Edipo e la Sfinge, la morte di cui è consapevole solo l'uomo e non l'animale, la circolarità del tempo, anziché la sua direzionalità dal passato al futuro...

Mi aspettavo di più. Da chi scrive di panico mi aspetto almeno un riferimento agli attacchi di panico visto che c'è un aspetto scientifico che non può essere ignorato, e chi soffre di attacchi di panico non lo fa certo per tracotanza verso la controra. Così come quando alla fine l'autore si scaglia contro l'antropomorfizzazione degli animali domestici, sostenendo che abbiamo perso l'animalità "sana". Lo fa senza cognizione di causa perché i cappotti per cani servono davvero per molti cani che patiscono effettivamente il freddo e i discorsi che si fanno ai cani non vanno perduti, essi non capiscono le parole (alcune sì, tutti i proprietari lo sanno) ma apprezzano lo stesso che sia rivolta loro attenzione. Più interessante il discorso sull'animalità dell'uomo e il ciclo delle nascite e delle morti, e la necessità di perdere la propria individualità attraverso l'esperienza della morte. Interessante la lettura di Empedocle, Eraclito e Parmenide.

Piacevolissima lettura, considerando che non mi ero mai neanche lontanamente avvicinato alla filosofia, con questo libro il primo approccio é stato veramente piacevole.