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La grande impresa. Domenico Caracciolo viceré e primo ministro tra palermo e Napoli - Francesco Renda - copertina
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La grande impresa. Domenico Caracciolo viceré e primo ministro tra palermo e Napoli
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La grande impresa. Domenico Caracciolo viceré e primo ministro tra palermo e Napoli - Francesco Renda - copertina

Descrizione


Sullo sfondo della "difficile unione" tra la Sicilia e Napoli, lo storico siciliano punta la lente d'ingrandimento della ricerca su una figura dominante e multiforme dell'Illuminismo europeo e traccia il bilancio dell'azione di un personaggio tra i più controversi della travagliata storia del regno del sud. "Cosa fa degno di fama Domenico Caracciolo? A nostro giudizio - sintetizza Francesco Renda -la volontà di realizzare una grande impresa, da lui definita l'epopea della resurrezione siciliana, per creare le basi necessarie allo sviluppo delle arti, dell'agricoltura, della industria, del commercio e della cultura generale del Regno di Sicilia. Tutta la storia del viceregno di Caracciolo è concentrata nella realizzazione di quella impresa, formalizzata in proposta di catastazione generale del territorio isolano e di trasformazione della imposta personale in imposta sulla terra, che avrebbe fatto pagare solo chi ne aveva il possesso. Caracciolo aveva una cultura europea. Prese perciò a modello il catasto già realizzato in Lombardia, in modo che nella sua esecuzione si adottasse lo stesso metodo e si ottenessero i medesimi risultati della Lombardia. Ed era quel metodo, il Sud che agiva alla stessa maniera del Nord, la vera novità rivoluzionaria, cui i baroni siciliani opposero un accanito rifiuto. Fu chimera o utopia quello che Caracciolo avrebbe voluto attuare?".
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Dettagli

27 maggio 2010
165 p., Brossura
9788838924910

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Lapo
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Uomo di transizione, a cavallo fra un Medioevo ormai agonizzante e l’Età dei Lumi prossima ventura, Caracciolo è esperto diplomatico che per un decennio a Parigi ha fatto parte dei circoli intellettuali illuministi assorbendone lo spessore e condividendone la filosofia progressista. Trame che anche a lui sfuggono lo portano a dover accettare il ruolo di Viceré del Regno di Napoli e a essere catapultato in un ambiente lontano dalla cultura parigina, dove resistono incrostazioni feudali di privilegi da parte dell’aristocrazia a danno delle classi popolari. Le battaglie del Viceré si scontreranno con le forti resistenze del baronato siciliano e in generale di una cultura reazionaria; a breve termine prevarrà la conservazione riservandogli umiliazioni e amarezze, ma nel lungo periodo le sue proposte si dimostreranno illuminate e vincenti. Un’analisi di Caracciolo che ne mette in luce la cifra culturale e al contempo i limiti di un agire senza la spregiudicatezza che spesso la politica richiede. L’Autore riporta diversi brani delle comunicazioni fra il Viceré e i personaggi più influenti della corte di Napoli, passaggi redatti nell’italiano settecentesco, ampolloso e involuto, che se da un lato avvalorano le vicende esposte dall’altro appesantiscono la lettura.

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Dario
Recensioni: 5/5

Breve, conciso e molto scorrevole, un bel racconto su una delle figure politiche più importanti che la storia della Sicilia borbonica abbia conosciuto. Ottimo libro, lo consiglio.

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