Il grande dio Pan. Testo inglese a fronte

In merito alla precedente recensione di Valentina, vorrei solo precisare che Machen non appartenne mai alla Golden Dawn, vi fu introdotto dal suo amico E. Waite, ma sin da subito il grande scrittore gallese, da pensatore veramente libero, provò fastidio e repulsione, definì i loro rituali smodatamente barocchi, stucchevoli ed inutili. Il percorso iniziatico di Machen è stato sostanzialmente un processo individuale, nulla a che vedere con quegli ambienti poco esoterici e molto occulti. Inoltre, proprio per questi motivi, non amò mai le opere di Blackwood, che a sua volta giudicò poco spirituali e prive di tensione metafisica i racconti di Lovecraft. Ad ogni modo mi congratulo con Valentina, non è facile oggi, apprezzare opere come Il grande dio Pan, siamo veramente lontani dalla qualità dell'immaginario contemporaneo, per non parlare poi di squisite questioni stilistiche. Machen è stato un grande intellettuale, un mistico e soprattutto un vero letterato, oggi invece, anche in questo genere letterario, praticamente vengono di continuo pubblicate opere (?) di cani e porci, in genere apoteosi di sesso esplicito e perverso, sangue a non finire, ultra violenza e quasi sempre qualche mostro più o meno tentacolato; altro che letterati, liberi pensatori o mistici. L'arte come specchio dei tempi...

Machen fu un esoterista appartente alla setta della Golden Dawn (la stessa di Algernon Blackwood, altra pietra miliare della letteratura fantastica) e tutti i suoi racconti alludono a un sapere iniziatico. Questo romanzo breve è fra i suoi capolavori: un'affascinante esemplare di atmosfere soprannaturali e orrorifiche.

Uno dei capolavori immortali di Arthur Machen, Difficilmente si è prodotto in tutto il '900 un romanzo breve così potente, evocativo, allusivo, mistico e perturbante come questo. Oltre la banalità dell'esplicito, l'arte del non detto, dell'ammiccare suadente, uno stimolo mostruoso all'immaginazione del lettore. Capolavoro senza tempo.