Gramercy Park

Libro bello ma che purtroppo scorre un po' a fatica. Lo penalizza il fatto, peraltro voluto, di sembrare scritto in epoca vittoriana : scritto benissimo ma manca qualcosa per essere, ad esempio, Trollope. Comunque lettura gradevole!

Come può essere un tenore italiano nella New York del 1860 se non sulla quarantina con pelle scura i capelli brizzolati, e che parli come nelle opere. Uomo, dolce, virile, adorato come un dio disposto a rinunciare a tutto per un cenenerentola ebrea. Beh ragazze sedetevi e sognate di trovare un uomo come Mario aLfieri

Di storico, purtroppo, in questo romanzo c'è ben poco. La vicenda è incentrata interamente sulla storia d'amore dei due protagonisti e sull'infanzia infelice di Clara. Fa solo un rapido accenno all'ambiente circostante, senza soffermarvisi troppo, e una sintetica analisi della società del tempo. Gli antagonisti inoltre non hanno spessore psicologico e la loro sorte è fin troppo prevedibile. Il merito da riconoscere all'autrice sta tutto nella lettura scorrevole e piacevole, e negli ottimi dialoghi, credibili e ben ponderati, anche se manca di originalità nella trama. In definitiva una lettura piuttosto godibile, che lascia in bocca il sapore del miele e che, personalmente, consiglio esclusivamente a un "pubblico" femminile.