Grado nella tempesta

Una grande evoluzione in questo quarto episodio della serie ambientata a Grado. L’autrice, oltre che crescere ulteriormente di livello, mantenendo la sua capacità di coinvolgere il lettore alternando momenti di pathos e tensione e la sua nota scorrevolezza narrativa; questa volta ha decisamente ampliato la scena, aggiungendo dinamismo e non uno, bensì diversi contesti. La commissaria Maddalena De Grassi ha un bel d’affare sia nel suo entourage lavorativo che nel privato. Dapprima le varie vicissitudini sono distinte e si alternano di capitolo in capitolo, poi, a grandi linee al giro di boa, iniziano a collegarsi intrecciandosi chi più chi meno. Non aspettatevi una semplice indagine poliziesca. I fautori dei diversi casi, sono ben noti e prevedibili quasi già dai primi accenni di violenza, omicidio e quant’altro. La ricerca vera e propria, condotta con destrezza dalla Nagele, è più che altro psicologica, atavica e suggerita da meccanismi di normale vita quotidiana ben familiare ai più. Rapporti di coppia, legami tra consanguinei, amicizia e fratellanza sono il campo da gioco principale, ma, tra la moltitudine dei protagonisti, la scena primaria che dall’orizzonte si fa strada sempre più, è la Natura. La furia del cielo che condensa in una tempesta mostruosa. Come specificato nella postfazione: una violenta tromba d’aria si abbattè realmente su Grado l’8 agosto del 2008 e gli eventi descritti nel libro prendono ispirazione proprio da quel fatto. Anche questo quarto volume può venir piacevolmente letto e compreso a se stante dagli altri, ma rinnovo il mio suggerimento di godere appieno questa serie, scoprendola dal principio, in modo da affezionarvi ai protagonisti e non perdervi la loro evoluzione.