Grado nella nebbia

L’impeto con cui inizia il terzo caso per Maddalena De Grassi è tale da apportare un ansia voluminosa difficile da gestire se non continuando la lettura. La scrittura di Andrea Nagele cresce con lei e con i suoi libri. I casi sono autoconclusivi ma il piacere di conoscere quel familiare contesto della commissaria, riporta flashback continui agli omicidi precedenti e il tutto si lega nella cittadina di Grado con i suoi profumi e paesaggi caratteristici descritti con una perfezione totale. La violenza, in primis sulle donne, è il tema principale anche in questo episodio. Camilla non chiede nulla, anzi, riesce ad essere grata alla vita nonostante tutto… ma non basta, la vita le viene tolta brutalmente e le emozioni fornite al lettore sono coinvolgenti in modo tale da arrecare passione e voracità nel voler scoprire e risolvere il caso. L’aspetto psicologico delle vittime e il lato criminale sono sezionati e forniti con maestria. Un giallo crime di gran portata. Dopo “Grado sotto la pioggia” e “Grado nell’ombra” anche se il colpevole è dietro alle sbarre, per la polizia iniziano a sorgere dei dubbi, e la nebbia assale di nuovo la località di mare. L’equilibrio tra l’ambientazione e la storia sono pazzeschi. I luoghi, i profumi, i fotogrammi sono poetici e allo stesso tempo reali cosicché il lettore acquista nuovi occhi nel mondo quotidiano. Una scrittura perfetta con dialoghi e personaggi da sceneggiatura. Per gli amanti di gialli psicologici ad alta dose di adrenalina questo libro è una lettura appagante. Per chi ama il mondo psicologico questo romanzo è fonte di supposizioni e tentativi da psicanalisi. Andrea Nagele crea un mondo godibile tra le pagine dei suoi libri, non trascura nulla, ogni dettaglio è inserito chirurgicamente in modo tale da far sentire i suoi ammiratori letterari importanti.