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Gorilla nella nebbia - Dian Fossey - copertina
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Gorilla nella nebbia - Dian Fossey - copertina

Dettagli

1994
1 gennaio 1997
XVI-308 p.
9788806134433

Voce della critica


recensione di Visalberghi, E., L'Indice 1994, n. 7

"Ma perché?" mi sono chiesta non appena ho visto la copertina di questo libro "perché hanno scelto una foto dell'attrice Sigourney Weaver con in braccio un gorilla e non una foto dell'autrice, la Fossey?". Perché al fascino di una donna che per diciannove anni ha studiato i gorilla è stato preferito quello di una star del cinema? Il gioco dei perché - senza risposta, come quelli dei bambini - è continuato.
Perché gli italiani hanno dovuto aspettare per undici anni la traduzione di questo libro? Perché nella locandina apparsa sui giornali (ad esempio su "la Repubblica") per annunciarne la pubblicazione è scritto "traduzione di Danilo Mainardi", il famoso etologo, dato che è stato Gianluigi Mainardi a tradurre il libro? Perché l'editore Einaudi non ha incluso nel volume le bellissime foto di gorilla che arricchivano l'edizione inglese, anche nella sua versione economica, versione che costa tre volte meno di quella italiana? Perché mancano la bibliografia e l'indice analitico che erano presenti nell'edizione in lingua originale? La sensazione di fastidio procuratami da questi perché è stata mitigata dalla lettura del libro, nonostante che ogni tanto alcune inaccuratezze della traduzione mi facessero trasalire (perché mai tradurre 'infant' con infante? In italiano si chiamano piccoli, cuccioli. Perché tradurre 'to spend' con spendere e non con trascorrere?).
Dian Fossey era una studiosa americana che aveva iniziato il primo studio sistematico dei gorilla in natura. La sua carriera è stata brutalmente interrotta: nel dicembre 1985, in circostanze ancora non chiare, la Fossey è stata uccisa. Molti ritengono che questo assassinio sia da mettere in relazione con la sua instancabile attività in difesa dei gorilla che mal ci accordava con la ferocia dei bracconieri, con le esigenze degli allevatori e con la corruzione di una parte degli ufficiali governativi. Giovane, avventurosa, determinata, nel 1966 la Fossey fondò un centro di ricerca in una zona impervia al confine fra Ruanda e Zaire. Si deve proprio alla Fossey se si è arrivati a conoscere il comportamento dei gorilla di montagna, la sottospecie di gorilla più rara ('Gorilla gorilla beringei'), meglio di quello dei gorilla di pianura, più abbondanti e con un areale di distribuzione ben più esteso. I gorilla di montagna vivono nei Monti Virunga, al confine fra Ruanda, Uganda e Zaire. L'ambiente dei Virunga ha un'altissima umidità relativa e una temperatura bassa e stabile; l'insieme di questi due fattori determina il formarsi di nebbie persistenti. I gorilla vivono fra le nebbie intorno ai 3000 metri di altitudine, non esattamente per loro scelta, ma piuttosto per evitare la presenza umana sempre più pressante e pericolosa e per trovare sufficienti fonti di cibo, sufficienti dato che, a più basse quote, la foresta è stata distrutta. Un tempo infatti i gorilla - più numerosi dei circa 400 attuali - vivevano ad altitudini inferiori, dove il clima è migliore ed esisteva una maggiore ricchezza di piante di cui nutrirsi. La Fossey descrive numerosi comportamenti che fanno pensare che i gorilla "odino" pioggia e freddo quanto lei.
Nonostante il libro abbia ormai i suoi anni, le descrizioni del comportamento dei gorilla in esso contenute sono ancora valide. Gli studi successivi hanno confermato gran parte delle osservazioni della Fossey arricchendo il quadro complessivo. Ciò dimostra come la Fossey fosse un'acuta osservatrice e una brava divulgatrice. Una studiosa che riesce a trasmettere la gioia di studiare i gorilla nonostante il fango, la nebbia e la fatica, in una realtà diversa e direi opposta a quella del mito dell'etologo in mezzo alle meraviglie della natura.
Quando un gruppo di gorilla è minacciato, il maschio dominante si alza in piedi e si batte il petto, muove le braccia e strappa rami dagli alberi che poi agita in aria, e "ruggisce", emettendo quello che è stato definito uno dei suoni più esplosivi della natura. Se l'intruso non abbassa lo sguardo (il guardare negli occhi è per i gorilla un comportamento di minaccia) o non si sottomette, il maschio carica e si ferma solo quando arriva a pochi centimetri dal nemico. In casi estremi, può anche afferrare o mordere lo sventurato. Secondo Dian Fossey, il miglior modo per evitare questo spiacevole trattamento - che può capitare anche a un intruso umano - è di distogliere lo sguardo dall'animale, di accucciarsi a terra, facendo finta di niente o meglio facendo finta di mangiare delle foglie. In ogni caso i conflitti veri e propri sono rari e comunque di breve durata. Nei pochi casi in cui il confronto è serio, la lotta ha lo scopo di stabilire una gerarchia, non certo di uccidere.
In queste settimane in cui le lotte in testine fra le differenti etnie del Ruanda si sono riaccese mietendo molte vittime, alcune parti di questo libro diventano di estrema attualità. Dian Fossey si era resa conto delle origini profonde dell'instabilità politica, dei conflitti di interesse che esistono fra le varie etnie e della crescita anomala delle economie africane pronte spesso a vendersi al migliore offerente. La Fossey aveva anche capito che una politica di conservazione ambientale deve imparare a muoversi in queste pastoie. Lei non ce l'ha fatta; il suo centro, semidistrutto durante le lotte etniche dello scorso anno, esiste ancora. Ma per quanto?

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