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Goodbye Kant! Cosa resta oggi della Critica della ragion pura
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Goodbye Kant! Cosa resta oggi della Critica della ragion pura - Maurizio Ferraris - copertina
Goodbye Kant! Cosa resta oggi della Critica della ragion pura - Maurizio Ferraris - 2
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Goodbye Kant! Cosa resta oggi della Critica della ragion pura

Descrizione


A Kaliningrad gli abitanti si fanno fotografare davanti al monumento di Kant il giorno delle nozze, e questo in pratica è quasi tutto quello che resta. E in teoria? Resta una rivoluzione che ha condizionato tutta la filosofia moderna. L'ingenuo guarda il Sole che tramonta e conclude che gira intorno alla Terra; l'esperto sa che è la Terra a girare intorno al Sole; questa è la rivoluzione di Copernico. L'ingenuo guarda il mondo e crede di vedere le cose come sono in se stesse; l'esperto (il filosofo trascendentale) sa che sta vedendo le cose come appaiono a noi: è la rivoluzione di Kant. Duecento anni dopo la sua morte, questo libro ne espone la rivoluzione filosofica con la stessa ironia affettuosa riservata alla rivoluzione sovietica in "Goodbye Lenin!" Non si tratta di distruggere un monumento, ma di decostruirlo, cioè - in parole povere - di togliergli un po' di ruggine, rendendo comprensibile cosa pensava Kant e dove sbagliava, per restituire all'attualità un classico della filosofia che il tempo e il successo hanno finito per imbalsamare.
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Dettagli

2018
Tascabile
9 maggio 2018
160 p., ill. , Brossura
9788845297571

Valutazioni e recensioni

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F
Recensioni: 4/5
Superare un pensiero, in filosofia, significa portargli rispetto

Ho letto recensioni dal piglio risentito, costruite anche sull'idea che il libro demolisca la filosofia di Kant o che Kant (questo il messaggio recepito) non sia da leggere o da studiare. Ferraris non insinua nulla di tutto questo. Rispetta il pensiero kantiano, ne riconosce il valore, già anche solo per il fatto che lo insegna con piglio vivace, ironico e soprattutto (questo il merito) assai chiaro. Sicuramente, per i due terzi è una specie di guida a Kant, soprattutto alla "Critica della Ragion Pura", per di più molto ben fatta. L'ultimo terzo apre le critiche alle critiche kantiane e qui arriva quello che, in filosofia, si può chiamare "il succo": critiche intelligenti, che colgono il problema ontologico e soprattutto, forti del pensiero post-kantiano, mettono in discussione differenti nodi e temi. È proprio quello che la Filosofia (con la maiuscola, e Ferraris ci riesce!) deve fare. Superare un pensiero, in filosofia, significa portargli rispetto. Il contrario cadrebbe nel "religiosismo" patetico. Questo per i diversi risentimenti che il titolo, certo dal suono irriverente, può suscitare (a torto però, se si legge attentamente il libro). In quanto ai contenuti, sarebbe stato forse più adatto estendere quel terzo del libretto dedicato alle critiche verso le critiche kantiane (veloce, troppo veloce, per esempio, l'ultimissima chiosa impegnata a dar ragione a Husserl). Un approfondimento non avrebbe guastato.

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Bruno Caudana
Recensioni: 4/5

Ha ragione Viano a mettere in radicale dubbio la rilevanza di Kant. Prendiamo la questione kantiana dell'Imperativo Categorico. Nella formulazione della "Fondazione della metafisica dei costumi" esso recita: "agisci solo secondo quella massima che tu puoi volere, al tempo stesso, che divenga una legge universale". Presumere cogenza dell'"Imperativo Categorico" nello spazio fisico dei soggetti agenti, non lo sottrae dall'essere a sua volta un volere. Cioè una delle massime morali che Kant depreca come non fondanti. Per funzionare deve essere VOLUTO far valere. Infatti il tortuoso ragionamento di Kant vale in quella ragione metafisica Scolastica che Kant si costruisce. Cioè in una nozione di "ragione" che vorrebbe fare a meno dei soggetti agenti per poter essere ben fondata; i quali soggetti agenti invece continuano a ragionare facendo calcoli delle conseguenze che li riguardano. In altre parole, usano la ragione in tono minore, il calcolo, in modo strumentale al volere. L'evoluzione ha favorito la strutturazione dei sistemi nervosi a fare quello. Ora, a differenza dei tempi di Kant, ne conosciamo la meccanica. In quella pretesa fondativa della metafisica, Kant si situa nel solco Socratico-Platonico ed eredita la fallacia costitutiva di quel modo di pensare: fare generalizzazioni azzardate e fuori luogo. In quanto meta-fisica resta soggetta agli aspetti di arbitrarietà costitutiva di ogni metafisica. È un po' come discutere di quanti angeli ci stiano sulla punta di un ago e poi pretendere che quei ragionamenti abbiano riscontro/effetto nel mondo fisico. Ricordo che la scienza tende ad occuparsi degli aghi di ferro e non degli angeli che vi possono trovare posto. Gli strumenti per trovare corrispondenza tra teoria e osservazione sono una variabile incognita della questione, non un presupposto certo da cui partire. Probabilmente Kant è ampiamente sopravvalutato. 4 e non 5 per le stesse perplessità di Viano sul decostruzionismo di Maurizio Ferraris.

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Salvatore Talia
Recensioni: 3/5

E' un testo divulgativo su Kant, carino, vivace, scorrevole, di piacevole lettura. Come critica filosofica a Kant mi è parso piuttosto fuori bersaglio. Ferraris sembra pensare a Kant con l'ottica di un fenomenologo: detto in estrema sintesi, secondo Ferraris, Kant avrebbe fallito il suo tentativo di "spiegare" (cioè dedurre, giustificare filosoficamente) l'esperienza empirica individuale. Per Ferraris, la Critica della ragion pura "tratta della nostra vita, cioè anzitutto di quello che incontriamo nel modo esterno, aprendo gli occhi e uscendo per strada" (p. 26). In realtà, diversamente da quanto sostiene Ferraris, l'esperienza di cui tratta Kant non è l'esperienza quotidiana, bensì la conoscenza scientifica. Per esemplificare, al Kant della prima critica non interessa se la rosa la vedo di colore rosso o di colore blu, né come faccio a percepirne il profumo: qui Kant è interessato alla rosa solo in quanto oggetto di studio per le scienze naturali. - Nonostante i suoi limiti, consiglio lo stesso questo libro di Ferraris perché ha il raro merito di trattare in termini popolari e comprensibili un argomento molto difficile: può costituire un primo approccio alla Critica della ragion pura, ma non ne sostituisce assolutamente né la lettura né lo studio.

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Maurizio Ferraris

1956, Torino

Filosofo italiano. È professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Torino, dove dirige il LabOnt (Laboratorio di ontologia). Editorialista di "La Repubblica", è inoltre direttore della "Rivista di Estetica", condirettore di "Critique" e della "Revue francophone d’esthétique". Fellow della Italian Academy for Advanced Studies (New York), della Alexander von Humboldt-Stiftung e del Käte Hamburger Kolleg "Recht als Kultur" di Bonn, Directeur d’études al Collège International de Philosophie, visiting professor alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e in altre università europee e americane. Ha scritto una cinquantina di libri tradotti in varie lingue. Tra i più recenti, segnaliamo...

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