Good people

Questo libro è un’opera particolare, non è un romanzo vero e proprio, anche se alla fine le emozioni trasmesse sono alla pari di un testo narrativo; Good People è un’opera teatrale. In Italia è conosciuto e portato in scena con il titolo Brave Persone. L’autore è stato insignito nel 2007 del Premio Pulitzer per il teatro grazie all’opera Rabbit Hole. Perché ho letto Good People?!? Perché nasce e cresce nel cuore dell’America più vera, violenta e pura. Siamo nella Lower End una zona ovest a South Boston e racconta di Margaret Walsh, madre di Joyce, ma prima di tutto parla di una donna single e disperata che lotta tenacemente e nei suoi continui affanni sta per cedere, quindi, come ultimo tentativo si affida alla speranza riposta in Mike Dillon, quel vecchio compagno di scuola -che era anche il suo ragazzo- e che ora vive in una bella casa, con una bella moglie ed è pure uno stimato dottore. Cosa succederà nel futuro di Margie?!? Non ci si può non incuriosire e sperimentarne la lettura, che si rivela frizzante, scattante, ironica e drammatica allo stesso tempo. Le riflessioni indotte sono molteplici, dalle scelte che intraprendiamo a come reagiamo nelle difficoltà, senza dimenticare quel senso di gratitudine che rende tutto più incantevole. “Avresti potuto scegliere. Ma se ti rende la vita più facile pensare che non avresti potuto, pensa pure quello che vuoi. Ma sappi che non è vero.” Quanto contano le nostre scelte? Come si fa a fare “pace” con il passato? Quanto può cambiare il fatto di avere qualcuno che sappia consigliarci sopra le parti? Solo dialoghi… mi sono molto divertita!