La giustizia nonostante

Carissimo avvocato, spero che legga questa recensione. ho letto il libro con attenzione e con apertura mentale, e ritengo che sia un libro splendido anche se non condivido affatto la sua impostazione. ritengo che spesso tale atteggiamento possa sconfinare in una pretesa (o certezza) d'impunità. il nostro è un sistema penale che, mi perdoni, sembra scritto da preti dove c'è quell'atteggiamento in virtù del quale lo stato deve "perdonare" specie chi commette i delitti più gravi, perchè non si deve "rivinare" la vita delle persone. da studente di giurisprudenza vorrei citare, un'aberrazione per tutte, il principio del Favor Rei art. 2 cp.: difronte a un fatto costituente reato chi si va a tutelare, applicando una legge favorevole?! il reo... mah!! il suddetto principio crea anche enormi problemi nella successione di leggi penali, per favorire chi: il delinquente (per me è tale)! con prublemi anche di incostituzionalità: perchè non applicare questo principio anche in materia civile o fallimentare? d'altronde l'atteggiamento garantista (impunista) in questi ultimi anni ha portato a diversi eccelsi esempi: dalla, di fatto, depenalizzazione del falso in bilancio, alla ex cirielli che taglia i tempi della prescrizione... e potremmo continuare all'infinito... perciò quando lei dice che i due terzi degli imputati finisce assolto, mi vien da chiederle (senza malizia, mi creda): assolti per la sua bravura; o per le leggi da preti che abbiamo in italia?