Il giro del mondo in 72 giorni

Colpo di scena, amici lettori: quando Nellie Bly incontra Jules Verne e' un momento bellissimo. La realta' sfida la finzione, nel senso che pochi anni prima Jules Verne aveva calcolato il periodo di tempo minimo necessario per girare il mondo usando mezzi pubblici. Lui non lo aveva fatto, pero' si era documentato con orari, partenze, coincidenze, deduzioni logiche. Ne era nato un romanzo avvincente e di grandissimo successo. Nellie Bly invece fa un ricalcolo e si accorge che con un po' d'aiuto dalle compagnie di trasporto si potrebbero ricavare circa cinque giorni di viaggio. L'editore non ne e' proprio entusiasta ma avalla l'iniziativa. Gran fanfare, e il viaggio si trasforma in un evento transcontinentale con tanto di coupon per indovinare l'ora esatta d'arrivo. Nellie ci prova e ci riesce - ma come? Con molta acribia, savoir faire e una grande botta di quella parte del corpo li'. La narrazione procede spedita per mezzo di una scrittura molto americana per chi lo leggesse in lingua originale - non vi aspettate raffinatezze oxoniane, per intenderci. Bello, avvincente e anche istruttivo nella sua sincerita' totale e politicamente scorretta proprio come piace a noi.